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Salvare il punto nascita di Mirandola? Il sindacato Anaoo Assomed: “Ormai la sicurezza è un optional”

da | Lug 20, 2017 | In Primo Piano, Mirandola | 0 commenti

La scelta della Regione di chiedere una deroga al Ministero permettere di mantenere aperti i Punti nascita di Mirandola, Carpi e di altre città che sono a rischio chiusura ha trovato consenso unanime in politica, e naturalmente tra gli operatori sanitari e i cittadini della Bassa direttamente interessati. C’è però una voce fuori dal coro. E’ quella del sindacato medici di Anaao Assomed, che associa in tutta Italia 18.542 camici bianchi e che con il 23,38% del totale delle deleghe risulta il sindacato più rappresentativo nel settore sanitario italiano

“Sui punti nascita arrivano notizie inquietanti dalla Regione Emilia-Romagna: la sicurezza del percorso nascita è oramai un optional. Spostare verso le politiche populistiche anche temi rilevanti come il rischio clinico può risultare estremamente pericoloso – dichiara in una nota Sandro Macchia, segretario regionale Anaao Assomed -. L’Italia ha sull’argomento, forse in modo inaspettato, una normativa di assoluta garanzia a tutela della salute del nascituro (che non può decidere dove nascere) e della sua mamma”.

Un punto nascita  – argomenta il sindacalista – deve avere almeno una guardia h24 del ginecologo, del pediatra, di due ostetriche, dell’anestesista oltre ad una radiologia, un laboratorio ed una adeguata dotazione tecnologica corredata da personale esperto in grado di utilizzarla.

“Qualora una regione decidesse di sostenere una tale dotazione di risorse per sedi con volumi di attività inferiori ai 500 parti all’anno o limitati e ammesso di trovare i 7-8 pediatri, 10 ginecologi e tutto il resto di specialisti disposti a lavorare anche in sedi disagiate, garantire a tutti, a fronte di una casistica modesta, il mantenimento delle capacità professionali nel tempo sarebbe impossibile – assicura l’associazione -. Gli eventuali casi di rianimazione neonatale, emorragie post partum o distacchi di placenta, sarebbero gravati inevitabilmente da un tasso di esiti negativi inaccettabile”.

“Le mamme della nostra Regione dovrebbero protestare con tutta la loro energia qualora un improvvido assessore pretendesse di obbligarle a partorire in condizioni di insicurezza laddove l’unica speranza è che ‘vada tutto bene’”.

“Esigere il trasporto per tempo in sedi appropriate dove essere ospitate e poter dare alla luce con la massima sicurezza possibile il proprio bambino, è un diritto che ogni madre a padre devono pretendere per i loro figli – conclude l’Anaoo Assomed -. Seguire la scia di guerre di campanile su questioni così delicate e scientificamente non contrattabili non è accettabile. La Costituzione Italiana obbliga le istituzioni alla tutela della salute dei propri cittadini e dei minori in particolare, ovunque, anche nelle sedi più difficili. Su questi temi non si possono accettare compromessi”.

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