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Punto Nascite Mirandola, Platis (FI): “Approvato all’unanimità il nostro ordine del giorno”

da | Ago 30, 2017 | Mirandola, Salute | 0 commenti

Approvato all’unanimità dal Consiglio dell’Unione Comuni Modenesi Area Nord, nella seduta del 29 agosto, l’ordine del giorno del consigliere Antonio Platis per la promozione e la difesa del Punto Nascite di Mirandola.

A darne notizia è il consigliere forzista che così scrive in una nota: “Il 12% in meno di degenti della bassa sceglie la Lombardia, ma la Regione perde ancora 300mila euro in mobilità passiva. Il PN esce a pieni di voti negli indici di qualità regionali. Nell’opinione pubblica e tra gli operatori sanitari si è diffuso il sospetto che anche il Reparto di Ostetricia-Ginecologia di Mirandola sia stato ‘derogato’ per poco tempo e sia quindi a rischio chiusura”.

“Infatti – prosegue Platis nel comunicato – dopo che la Regione ha comunicato di avere richiesto deroga per evitare la chiusura di 6 punti nascite nei quali si registrano meno di 500 parti l’anno: Castelnovo ne’ Monti (Re), Borgo Val di Taro (Pr), Pavullo nel Frignano (Mo), Scandiano (Re), Cento (Fe) e Mirandola (Mo), l’intervento dell’Assessore Venturi che prospettava un riesame dell’attività dei sopracitati punti nascite nel 2018, lasciava intendere che non tutti potrebbero essere mantenuti aperti. Questo fatto rischia di alimentare sfiducia nelle future madri e rende precaria l’attività dei professionisti in forze al Reparto e pertanto, ieri sera, il Consiglio ha accolto la nostra proposta di sottolineare nuovamente “l’imprescindibile ruolo del Punto Nascite del Santa Maria Bianca”. Tanto più che i dati delle nascite sono in forte recupero e sfiorano i 500 parti che come sapete è il limite per evitare la deroga”.

“Gli indici di qualità – conclude Platis – del reparto di Mirandola, quali quelli del Cedap Regione ER, sono tra i migliori dell’Emilia-Romagna ed il Punto Nascite si sta affermando come riferimento anche per realtà più distanti come Finale Emilia ed il basso mantovano. Non va trascurato inoltre il fattore mobilità passiva che tanto incide sulle casse regionali: nel 2015 erano 168 le cittadine dell’Area Nord che si sono rivolte al Servizio Sanitario della Regione Lombardia, mentre nel 2016 sono calate del 12,4% pari a 148 cittadine; nel 2016 la Regione Emilia-Romagna ha versato alla Regione Lombardia ben 297.174 € per le dimissioni delle degenti residenti nel
distretto di Mirandola che hanno preferito rivolgersi ad altre strutture lombarde. Questi 300mila euro possono e devono essere intercettati attraverso la promozione e il potenziamento dei servizi locali”.

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