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Profughi a Finale, per Rifondazione Comunista “preoccupanti segnali di deriva xenofoba”

da | Set 18, 2017 | Finale Emilia, Richiedenti asilo | 0 commenti

La manifestazione contro i profughi a Finale Emilia di domenica 17 settembre è ancora al centro del dibattito politico nella comunità finalese. È Rifondazione Comunista ad intervenire e lo fa con una nota per denunciare “preoccupanti segnali di deriva xenofoba”.

“Esprimiamo viva preoccupazione – si legge nella nota – per due eventi accaduti ieri a Finale Emilia, chiari segnali di strumentalizzazione politica dei timori espressi da una parte della cittadinanza nei confronti dei residenti stranieri, anche richiedenti asilo. Durante la notte tra sabato e domenica un gruppo di appartenenti ad una organizzazione fascista e xenofoba ha deturpato i nostri monumenti e le nostre piazze, con striscioni, manifesti e volantini inneggianti ad una delirante equiparazione tra accoglienza e tratta degli schiavi africani. Questi vili topi usciti nottetempo dalle fogne non si sono fatti scrupolo ad appiccicare le loro zozzure ai muri della nostra Città e a spargere i loro fogliacci ovunque. La schifosa propaganda è finita nel posto in cui deve stare: il cassonetto dei rifiuti!”

In particolare, Rifondazione punta il dito contro la partecipazione del sindaco Palazzi e di altri esponenti dell’Amministrazione comunale alla manifestazione di domenica: “Non si è trattato di un incontro al bar tra amici, come qualcuno vorrebbe far intendere, ma di una vera e propria manifestazione di piazza. Vogliamo credere che l’attuale Amministrazione, da sempre attenta agli aspetti legali e autorizzativi in relazione ai pubblici eventi, anche in questo caso abbia preventivamente verificato il sussistere delle necessarie condizioni di sicurezza per lo svolgimento di raduni di questo tipo.
Stando alle informazioni riportate dai quotidiani, erano presenti il Sindaco, il Presidente del Consiglio Comunale, alcuni Assessori e alcuni Consiglieri Comunali. Il Sindaco in persona ha preso il microfono, chiamando i cittadini alla protesta, per opporsi all’arrivo di un numero, a suo dire infinito, di richiedenti asilo sul territorio. Riteniamo che questo comportamento da parte di un Sindaco su un tema così delicato come il ricollacamento di profughi, sia del tutto inopportuno e sbagliato”.

“Il Sindaco è Sindaco di tutti, – prosegue la nota – anche di coloro che auspicano una accoglienza ponderata e condivisa con la Prefettura nei tempi e nei modi. Persone che quotidianamente vengono apostrofate con il termine dispregiativo di “buonista”, mutuato dal termine “pietista” ampiamente usato nel ventennio. Per consentire anche a questa parte della cittadinanza di trovare rappresentanza, riteniamo che il tema della gestione dei flussi dei richiedenti asilo debba essere discusso in Consiglio Comunale, istituzione rappresentativa degli elettori tutti, legittimata a definire quelle che devono essere le politiche di accoglienza da attuarsi sul territorio. Una Amministrazione che si è autoesclusa da ogni tavolo istituzionale preposto alla questione, non può poi sdegnarsi del fatto di non essere stata informata dell’arrivo di 5 richiedenti asilo. Un Presidente del Consiglio Comunale non può accusare gli uffici di non averlo avvisato di una denuncia TARI fatta da una organizzazione che gestisce richiedenti asilo”.

“Le ultime informazioni – conclude il comunicato stampa – ci dicono che nella mattinata di oggi si è tenuto un incontro tra l’Amministrazione comunale e la Prefetta di Modena, improntato ad un clima di sereno confronto e di collaborazione. Finisce tutto a tarallucci e vino, quindi, a dimostrazione di come la questione richiedenti asilo sia strumentalmente utilizzata per cavalcare i malumori popolari, invece di governarli, in un perfetto stile leghista.
Compito di una Amministrazione è quello di ascoltare e dare risposte ai legittimi timori espressi dai cittadini, interagendo con le altre istituzioni per evitare conflitti sociali e spaccature. La campagna elettorale è finita da un po’ e se il Sindaco vuole fare il capopolo e cavalcare la protesta, che smetta la fascia tricolore e si ponga alla testa del corteo. L’uno e l’altro dei ruoli sono per noi inconciliabili”.

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