Omicidio di Finale, due sospettati raccontano quello che è accaduto. Il terzo tace. E’ quanto emerso dalla seduta di interrogatori di giovedì mattina avvenuta con il giudice per le indagini preliminari Andrea Romito, il quale deve vagliare e convalidare la ricostruzione dell’omicidio di Mirella Ansaloni, la 79enne uccisa nel suo appartamento di via Orazio Vecchi a Finale Emilia il 18 settembre scorso. Il Gip oltre ad analizzare i documenti di Procura e Carabinieri e ascoltare i tre sospettati, deve anche decidere se devono rimanere in carcere o possono attendere l’inizio del processo a casa.
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Secondo le ipotesi di accusa la signora Mirella sarebbe stata uccisa da tre ragazzi che volevano rapinarla e poi l’hanno uccisa a bottigliate. Sono tutti di famiglie marocchine che da anni vivono in zona: il 19enne H.D, l’ex vicino di casa della signora di 19 anni A.L. e il ventunne S.R., ora domiciliato a Cento.
Mentre il più grande del terzetto si è avvalso della facoltà di non rispondere, i due diciannovenni hanno ammesso il furto, ma hanno raccontato che con l’aggressione non c’entrano nulla. Uno ha detto che mentre si consumava il delitto era al piano superiore a cercare soldi e denaro, l’altro che invece era fuori a fare il palo.
L’idea iniziale della banda era fare un colpo rapido: sapevano che la signora Mirella viveva sola e la consideravano innocua. Immaginavano tenesse in casa tanti soldi con i quali potessero scappare da Finale e rifarsi la vita altrove. Ma tutto è andato male, e si ritrovano a rispondere dell’accusa di avere ucciso una pensionata per 30 euro e due collanine.
Non risulta che alcuno dei tre presunti assassini abbia mostrato segni di pentimento.
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