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Ultime notizie… a Rivara: verso la pensione la storica edicolante del paese

da | Ott 2, 2017 | San Felice sul Panaro, Personaggi | 0 commenti

37 anni, dal giorno di Capodanno del 1981 al prossimo 31 dicembre, o a fine gennaio. Poi, se non arriverà nessuno a rilevare l’attività ora in vendita, a Rivara chiuderà uno dei suoi luoghi storici, l’edicola che da una vita accoglie i rivaresi, e non solo, su Via degli Estensi. La titolare, Maria Rosa Molinari, è infatti prossima alla pensione, dopo avere servito generazioni di clienti. Ultime notizie, insomma

L’insegna luminosa all’esterno recita “edicola, cartoleria, merceria, Super Enalotto, ricariche telefoniche”. E’ tanto, ma non è nemmeno tutto, a dire la verità, perché da quel 1981, dai libri scolastici agli articoli di vestiario e profumeria , passando per la stoffa in metratura e la confezione di bottoni – che oggi non hanno più mercato, ma un tempo, specie in una frazione, servivano eccome – il locale ha assolto appieno alla sua funzione. «Negli anni ci sono state varie metamorfosi – racconta Rosa – in linea con il cambiamento delle necessità della clientela e con i tempi. Cartoleria e merceria le inserii ormai dall’apertura, quando avviai l’edicola dopo avere rilevato la licenza di proprietà di Maria Modena, con Quinto Casari che portava i giornali a Rivara quando arrivavano in stazione, col treno. E, mentre oggi gli scaffali sono pieni di riviste, allora arrivava quel che arrivava: la Settimana Enigmistica, Quattroruote, Sorrisi e Canzoni, Oggi e poco altro».

L’edizola, che da anni è ricevitoria per tutta la galassia dei giochi del Super Enalotto con un’affezionata clientela, è stata anche premiata dal Totocalcio. Accadeva nel 1996, quando il concorso celebrava il suo cinquantesimo anniversario, e la pergamena del Comitato Olimpico Nazionale è appesa, un po’ nascosta: “Diploma di fedeltà e servizio per l’attività svolta a favore dei concorsi pronostici del Coni”, si legge. «Per l’edicola fu la svolta, perché per giocare venivano persone anche da Massa e San Felice. Ricordo ancora quando, per convalidare le schedine, bisognava applicare a mano i bollini. E quando arrivò la meccanizzazione fu un sollievo: era il maggio del 1984, passai l’ultima serata ad attaccare bollini e il giorno dopo nacque mio figlio Stefano».

In quel 1984, l’edicola, sempre su via degli Estensi, era in un locale che ora non esiste più, che sorgeva dove c’è la rotonda al centro del paese. Tre vetrine: «In una c’era il negozio di alimentari di Gino Corazzari, nell’altra c’erano gli articoli religiosi, poi c’era l’edicola. Vi restai sino al 1991, poi l’edicola si spostò, sullo stesso lato, di poche decine di metri. Sono nel locale attuale dal 2002. E non mi sono fermata nemmeno per il terremoto». Nei giorni successivi alle scosse, l’edicola aveva un banchetto all’aperto.

Assieme a “La butega ad Rivara” e al bar lì accanto – che, negli anni, ha cambiato diverse gestioni – è un pezzo di storia della frazione, un paese che peraltro ha visto riaprire (accadrà il 22 ottobre, con una nuova gestione) il vicino bar tabaccheria che era rimasto chiuso negli ultimi mesi.

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