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L’era delle criptovalute

da | Nov 29, 2017 | Glocal | 0 commenti

di Andrea Lodi

Il 22 maggio 2010 Laszlo Hanyecz, un programmatore della Florida, usò critpovaluta (per la precisione 10 mila Bitcoin) per farsi recapitare due pizze capricciose a domicilio. Era la prima volta che quella nuova moneta, veniva usata nel mondo reale. Peccato che oggi lo stesso gruzzolo di Bitcoin varrebbe 66 milioni di dollari, buoni per una fornitura a vita di capricciose per tutta la famiglia o per un superattico a Manhattan con vista su Central Park.

Si può definire una criptovaluta come un “asset digitale crittografato utilizzato per scambi e transazioni”. Si tratta in breve di una moneta di scambio digitale. La più conosciuta è Bitcoin, inventata nel lontano 2009 da un giapponese dal fantomatico nome di Satoshi Nakamoto.

Ai valori attuali Bitcoin ha raggiunto una capitalizzazione complessiva di oltre 150 miliardi di dollari.

Vale a dire più della metà dei 294 miliardi di tutte le circa 1.300 critpovalute attualmente in circolazione. Una performance di grande interesse, soprattutto per chi vede nelle criptovalute una sicura alternativa alla “finanza creativa” di due decadi fa. Lo conferma il fatto che Bitcoin ha superato come valore colossi come Ge, Boeing e Walt Disney. Nel listino di Borsa Italiana sarebbe il titolo di testa, valendo due volte e mezzo Enel, il titolo a maggior capitalizzazione di Milano, che vale 64 miliardi di dollari.

Un anno fa Bitcoin era scambiato poco sopra i 700 dollari. A inizio anno aveva sfondato la soglia di 1.000 dollari. A ottobre ha superato i 5mila e i 6mila dollari, per posizionarsi nell’ultimo week-end di novembre sopra i 9mila.

Le previsioni, secondo Thomas J. Lee, managing partner di Fundstrat Global Advisors, sono che Bitcoin possa raggiungere quota 11.500 dollari per metà 2018. Il modello che utilizza Lee per le stime è basato su due indicatori chiave: i wallet in bitcoin (portafogli digitali) e il volume delle transazioni per utente. Un ottimismo confermato dal fatto che la domanda continua a sostenere le quotazioni e a sconsigliarne il disinvestimento.

I continui rialzi del Bitcoin funzionano più di qualsiasi forma di pubblicità: “Coinbase”, una delle maggiori piattaforme di exchange per criptovalute, ha visto aumentare i conti in Bitcoin di 100mila unità in soli tre giorni.

Il miliardario Mark Cuban, figlio della new economy, diventato miliardario per aver ceduto la sua Broadcast.com a Yahoo per 5,7 miliardi di dollari, uno che di speculazioni finanziarie se ne intende, sarebbe pronto a scommettere che Bitcoin possa superare la soglia dei 10mila dollari entro fine anno.

Che dire? Evviva le criptovalute. Negli anni novanta, la finanza internazionale, era certa che i “derivati” rappresentassero la nuova frontiera dell’investimento sicuro. Nel 2008 abbiamo avuto la prova che era tutto sbagliato. Sono stati bruciati miliardi di dollari, al punto da innescare una crisi che ancor oggi fa sentire il suo effetto negativo.

Cosa sia davvero il bitcoin, quale utilità ne giustifichi il fantasmagorico valore, resta una questione irrisolta e dibattuta anche nelle sedi più competenti.

Speriamo soltanto che questa nuova era delle “criptovalute” non rappresenti un altro salto nel buio. Ma si sa, che davanti alla speculazione, non c’è previsione futura che tenga, ma solo la speranza di guadagnare qualche dollaro in più.

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