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Pedofili della Bassa, la lettera di 4 vittime: “Noi davvero abusati, ringraziamo chi ci ha salvato”

da | Gen 28, 2018 | In Primo Piano, Mirandola, Finale Emilia, San Felice sul Panaro | 0 commenti

Rifiutano i contatti con i parenti, non hanno mai pianto quando hanno saputo che qualcuno di loro non c’era più, si dicono oggi finalmente sereni e ribadiscono che tutti gli abusi che denunciarono erano veri, dicendo “basta” al “circo mediatico” in cui “i colpevoli diventano innocenti e gli innocenti colpevoli”. Soprattutto, difendono chi all’epoca, tra servizi sociali, pscologi, poliziotti e magistrati, si è speso per loro, per salvarli dagli abusi.

E’ una lettera molto chiara quella di 4 dei 16 bambini che vennero allontanati dalle loro famiglie a fine anni Novanta, a causa delle misure prese nell’ambito del procedimento contro i pedofili della Bassa. Furono portati via subito, alle prime dichiarazioni dei bambini che raccontavano di messe nere, violenze, assassinii avvenute tra cimiteri e fabbriche abbandonate nella Bassa. I bambini vennero subito creduti e le misure che vennero prese furono pesantissime. Poi un filone dell’inchiesta non resse in Tribunale (quello sulle messe nere) e ci furono diverse assoluzioni e qualche condanna, per la quale oggi si chiede la revisione del processo. Si torna a parlare di questa orribile pagina della storia della Bassa perchè la rispolvera una inchiesta di Repubblica, “Veleno”, che pone una serie di interrogativi sui modi in cui i bambini furono interrogati e sul modo in cui vennero condotte le indagini. In questi giorni si stanno tenendo una serie di incontri pubblici con i giornalisti, tutti affollati e molto commossi.

Mancava la voce delle vittime, arrivata, nell’inchiesta di Repubblica, solo da uno spezzone di testimonianza di uno dei ragazzi che dice di essere stato manipolato quando raccontava quelle violenze. Oggi prendono la parola altri 4 ragazzi, attraverso una lettera diffusa dall’avvocata Luisa Vitali di Firenze fatta arrivare ai giornali “in nome e per conto di quattro persone della cui identità mi sono personalmente accertata”.

“Sui media e nei pubblici dibattiti  scrivono le 4 vittime che oggi sono adulti –  si dà spazio a persone che hanno scontato pesanti condanne per aver abusato dei propri figli, permettendogli di fare appelli nei quali si insiste nel volerli rivedere e ricostruire un rapporto. Noi diamo conferma di ogni dichiarazione fatta allora”. “Noi rispettiamo le decisioni dei giudici”, continuano, ma non “il circo mediatico” dove chiunque può dire la sua verità: si è voluto respingere una verità, quella vera, che fa troppa paura”.E specificano: “Non ci siamo mai sentiti ‘rapiti’ dalle istituzioni, ma, al contrario, da queste tutelati e protetti. Non abbiamo mai chiesto in questi anni di rivedere i nostri parenti naturali, non abbiamo pianto quando abbiamo saputo che qualcuno di loro non c’era più”

LA LETTERA COMPLETA

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