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Tutto pronto e clima caldo per l’assemblea della Popolare San Felice

da | Apr 20, 2018 | In Primo Piano, Mirandola, Finale Emilia, San Felice sul Panaro | 0 commenti

Si arriva con un clima decisamente caldo alla assemblea annuale della Popolare San Felice in cui sabato 21 aprile al Palasport di Mirandola verranno presentati ufficialmente i difficili conti della banca, alle prese con il problema dei crediti deteriorati (che ammontano almeno a 10 milioni di euro) e la difficoltà che hanno i piccoli azionisti a vendere i propri titoli, mentre da tempo non vedono neanche un dividendo.
Una situazione certificata e stigamatizzata persino da Il Sole 24 Ore, il più prestigioso quotidiano economico italiano di proprietà di Confindustria. Nel corsivo dell’editorialista Nicola Borzi si parla dello “stato di apprensione in cui versano i soci“, si ricordano i numeri più problematici della banca e “le sanzioni di Banca d’Italia” alla precedenza dirigenza. Insomma: “La San Felice non ride più“. Non proprio un biglietto da visita esaltante per accreditarsi nella comunità dell’aquilotto.


La storia

Non sono poi troppo lontani i tempi dell’era del direttore generale Cocchi, quando si formarono le prime assemblee di azionisti che protestavano, il paese veniva riempito di scritte polemiche sui muri e le tv nazionali venivano nella Bassa a puntare il dito sulle scelte della banca. Ma ciò che ha fatto veramente allarmare azionisti e soci è stato il preannunci della perdita milionaria. Dieci milioni nella semestrale consolidata al 30 giugno 2017, che da allora sono velocemente diventati 25 milioni, ricorda il Sole 24 Ore. I dettagli tecnici che spiegano l’accaduto sono stati più volte spiegati, ma i carri erano ormai usciti dai buoi.
L’assemblea autoconvocata dai soci arrabbiati a gennaio è stata un successone, e quando si è passati dalla parole ai fatti, ovvero alle firme per le deleghe dei voti per presentare una propria lista da candidare al consiglio di amministrazione della banca, nessuno ha fatto un passo indietro.

Così, il neopresidente Flavio Zanini da ex generale della Guardia di Finanza ha momentaneamente cambiato Corpo improvvisandosi pompiere per sedare gli animi più caldi: è intervenuto di persona alle assemblee di protesta, ha incontrato i rappresentanti dei soci, li ha invitati a sedere negli ovattati salotti dell’antico palazzo del centro storico di San Felice e ha chiuso la partita disinnescando il pericolo più immediato, ovvero che nell’assemblea di sabato ci sia una seconda lista di protesta alternativa alla lista istituzionale per il cda. Come? Inserendo un rappresentante delle associazioni di soci nella lista istituzionale.

Tutto a posto? Apparentemente si.
Eppure, la situazione potrebbe comunque deflagrare durante l’assemblea. Sia perchè la tensione è stata tanta, e ora si sta logorando negli ultimi giorni con la raccolta delle deleghe tra gli azionisti. Sia perchè non è detto che una poltrona in cda, per quanto comoda e lussuosa, sia la risposta sufficiente a sedare i malumori.
Certo, il neo presidente Zanini porta in dote una grande credibilità per la sua storia personale, e i primi passi alla guida della banca ne hanno confermato la verve. Ha saputo velocemente guadagnare la fiducia dei più riottosi.
E anche se non è il Sole 24 Ore a prevederlo, molto probabilmente guadagnerà sabato la fiducia di tutti.
Condizione indispensabile per portare la banca della Bassa là dove tutti auspicano che vada: verso una nuova fase di crescita e conti in ordine che portino sostegno e benessere per le nostre imprese e il territorio tutto.

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