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Imprese emiliane in Silicon Valley un mese dopo

da | Mag 9, 2018 | Glocal | 0 commenti

di Andrea Lodi

E’ passata da poco la mezzanotte. Sto per disattivare il collegamento internet dello smartphone, quando vengo letteralmente sommerso da una marea di messaggi da WhatsApp. Immagino si tratti della solita discussione notturna di amici, che si cimentano in inutili scambi di altrettante inutili argomentazioni.

Sono combattuto se dare un’occhiata o lasciare perdere. Fortunatamente propendo per la prima ipotesi.

Sono immagini da Sunnyvale, Silicon Valley. E’ Massimiliano Cravedi, CEO di Xeo4, una delle quattro imprese emiliane che partecipano al programma dell’Aster IoT Accelerator Program (le altre sono: la carpigiana Competitoor e le bolognesi Pollution e Nextis4us). Inizia così un confronto, un viaggio che mi introduce nella quotidianità di Massimiliano, nella incredibile avventura che sta vivendo.

Tutte le mattine Massimiliano si alza di buon ora per raggiungere la sede del “Plag and Play”, uno dei più importanti acceleratori d’impresa degli Stati Uniti. Per prima cosa l’allineamento quotidiano con l’ufficio in Italia, un’abbondante colazione e quindici minuti a piedi per raggiungere la sua postazione di lavoro.

La colazione

Il posto di lavoro

L’ufficio

“La giornata passa veloce, tra ricerche, revisione dei documenti, confronti con il “mentore”, partecipazione ad eventi organizzati all’interno del PnP, discussioni con i colleghi”, mi racconta Massimiliano da nove ore di fuso orario di distanza.

“La mattina fa davvero freddo, non pensare alla California dei film, quella è a LosAngeles”, continua Massimiliano.

La prima parte del mese è stata dedicata alla formazione. Giornate di lezioni full time tenute da professionisti top della comunicazione, dell’economia, del marketing e della strategia d’impresa, °giusto per farci entrare subito nel mindset della Valley”, precisa Massimiliano.

Le riunioni

La seconda parte del mese invece è stata dedicata ad una meticolosa ricerca della propria strategia, lo studio del mercato, dei competitor e della costruzione della cosiddetta “value proposition”.

“La strategia è alla base di tutto, ma non c’è una regola precisa, ogni azienda, ogni progetto, deve trovare la propria strada – spiega Massimiliano – ed in questo mi aiuta parecchio Jean-Claude Junqua, il mio mentore che, passo dopo passo, porta l’idea iniziale verso un progetto sostenibile”.

Plag and Play ha affidato il progetto di Massimiliano nelle esperte mani di Jean-Claude Junqua, consulente della Stanford University, della Singularity University e CEO di “CE2Innovate”.

Massimiliano con Jean-Claude Junqua (il mentore)

Perché per fare sviluppo d’impresa occorre percorrere migliaia di chilometri? Non si possono fare le medesime cose in Europa?

Il fatto è che qui c’è l’ecosistema. E cioè la più grande concentrazione di menti, volontà politica, aziende, capitali e visione. Che lavorano in sinergia verso un obiettivo comune, quello di costruire grandi aziende su scala globale. E da 40 anni continuano ad evolversi e migliorare questo modello. Competere con loro è impensabile. E francamente credo sia meglio così.

Perché ritieni sia meglio così?

Nel senso che questo processo ha parecchi lati oscuri, vedi la spinta esagerata verso progetti iper-ambiziosi investendo (e spesso bruciando) ingentissime quantità di capitali. Questo sistema spinto al massimo del rischio imprenditoriale (la scommessa è o tutto o niente) porta ad una mortalità delle startup (e non solo) prossima al 100%. Una cosa del genere in altri paesi sarebbe impensabile.

Per questo motivo devi investire tre mesi del tuo tempo a prepararti al meglio.

Esatto. E’ fondamentale essere estremamente preparati e chiari nella presentazione e nella strategia, per essere credibili e non “bruciarsi”.

Quindi come puoi descrivere il “bilancio” del primo mese?

Spero che il lavoro preparatorio svolto mi possa dare gli strumenti giusti per essere competitivo. Un primo risultato (non da poco) l’ho già ottenuto: ho potuto lavorare per un mese full time sulla strategia dei prossimi anni. Credo, anzi sono certo, che senza questa opportunità, non avrei mai trovato il tempo di dedicarmi in maniera così profonda alla ricerca del percorso da seguire. E senza una chiara strategia, non c’è futuro.

Come trascorri il tempo libero?

Nel weekend cerchiamo di ritagliarci almeno mezza giornata di svago, per il resto si lavora per cercare di anticipare le critiche che il mentore porterà il lunedì (ma non ci riusciamo mai).

Stanford University

Stanford University

Oceano Pacifico

L’ultima domanda, “bastarda”: ti trasferiresti qui?

Sto facendo la lista dei pro e dei contro … ti farò sapere.

Un invito a risentirci più avanti.

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