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Pedofili nella Bassa, Platis (Fi): “Muro della burocrazia su come sono stati i soldi pubblici”

da | Giu 16, 2018 | Mirandola, Finale Emilia | 0 commenti

“Muro di silenzio dei Servizi Sociali. L’Unione non fornisce dati essenziali per comprendere come sono stati spesi i 2.200.000 euro di “cure psicologiche specialistiche”. Per non fornire i dati hanno avanzato un quesito al Garante Nazionale per la privacy ed al Garante Regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza. Sotto la lente finisce il possibile conflitto di interessi Comune\Unione\CAB, ma in questo caso l’Unione “non ha documenti”!”.

Antonio Platis, consigliere comunale di Forza Italia, torna a gamba tesa sulla vicenda dell’inchiesta giudiziaria sui pedofili della Bassa, che cominicò venti anni fa per fare chiarezza sulle dichiarazioni di alcuni bambini tra Finale Emilia e Mirandola e che oggi è rimesa in discussione dalle indagini giornalistiche di Veleno.

Dal primo giugno “inseguo” – ironizza Platis, capogruppo Forza Italia Area Nord – i servizi sociali per ottenere una risposta ad una domanda tanto semplice quanto fondamentale per capire come l’Unione Area Nord abbia speso 2milioni 2.200.000 euro per le “cure specialistiche” dei bimbi coinvolti nella vicenda ‘pedofili’.
Quali sono questi dati che i Servizi Sociali non forniscono e che tergiversano nell’attesa di un parere al Garante Privacy?
È semplice – spiega il capogruppo azzurro – vorrei sapere chi ha fruito delle “cure specialistiche” al CAB Cenacolo Francescano. L’Amministrazione pubblica ha speso circa 2milioni di euro in favore di questo centro per aiutare alcuni minori. Di quanti e di quali bambini stiamo parlando? – si chiede Platis.
Fino al 2013/2014 – ricorda Platis – la Pubblica Amministrazione ha pagato le cure specialistiche a 18 bambini, ma dubito che per tutti sia stato necessario avere il supporto psicologico per lo stesso arco temporale e quindi la spesa per ogni bambino quale è stata?
È evidente che se sapessimo chi e per quanto tempo è stato al CAB Cenacolo Francescano potremmo sapere il costo effettivo delle singole sedute. C’è da scommettere che si tratta di spese folli e, probabilmente, difficilmente giustificabili. Da qui, forse, – incalza Platis – l’idea di evitare di rispondere invocando il Garante Nazionale per la privacy ed il Garante Regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza.
A questi interrogativi si aggiunge un aspetto non secondario e che, guarda caso, l’Unione Area Nord invece ha risposto in meno di 72 ore: “non è in nostro possesso i curricula degli operatori/dirigenti del CAB Cenacolo Francescano di Reggio Emilia”.
Come è possibile!? Hanno scelto quella struttura fra mille, con affidamenti diretti e per 2 milioni di euro, senza neppure sapere chi ci lavorava?
Sono – tuona Platis – così superficiali o in malafede?
Da sempre si vocifera che personale dei Servizi Sociali di Mirandola che lavorava per il pubblico tra il 1996 e il 2001 si sia dimesso per poi svolgere una simile attività al CAB Cenacolo Francescano. Sul tema ho presentato un’interrogazione per sapere se è vero, visto che dai documenti del Comune è emerso che “NON essendoci professionalità interne adeguate alla tipologia di attività e supporto specialistico” era necessario affidare direttamente proprio al CAB Cenacolo Francescano la consulenza psicologica.
Con le attuali norme, nessuno si dovrebbe sognare di affidare un lavoro a chi, fino al giorno prima, era dipendente pubblico dello stesso ente. Così come nessuno si dovrebbe sognare di perpetrare un affidamento diretto per circa 11-12 anni e per un importo complessivo di circa 2 milioni di euro.
Attendiamo i dati e le risposte all’interrogazione: se qualcuno si è sognato cose simili, dovrà spiegare molte cose e, nel caso, pagarne le conseguenze.

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