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Fruit Modena Group, il comitato Cvr: “Ombre sui fondi per la ricostruzione”

da | Lug 7, 2018 | Altri Comuni, Cronaca | 0 commenti

Perchè nell’immediatezza del sisma 2012  la Fruit Modena Group dichiarava di non avere subito grandi danni dal sisma e poi invece ha ricevuto diversi milioni di euro dalla ricostruzione? Se lo chiede il Comitato Verifica Ricostruzione (Cvr) che si sta occupando del caso della cooperativa di Campogalliano che oggi conta 2.127 ettari coltivati a pere, mele, pomodori, susine, ha tre stabilimenti con una capacità frigorifera di 650.000 quintali, 50 dipendenti fissi, 200 stagionali e fatturati nell’ordine di una trentina di milioni di euro.

Qualcosa non torna secondo il Comitati. «Subito dopo il sisma nello stabilimento – dichiara Daniele Biancardi del Comitato al Resto del Carlino – lavoravano una novantina di addetti, segno che non aveva subito danni che ne limitassero l’attività, e solo nel 2015, nel corso dell’assemblea dei soci, i vertici comunicarono che di lì a poco avrebbero presentato la pratica Sfinge”, ottenendo poi fondi per 23 milioni di euro dalla Regione. Non si comprende perché la cooperativa abbia dichiarato nel 2012 di non aver subito danni; senza contare che ben cinque campagne agricole hanno visto impiegati una novantina di lavoratori».

A stretto giro di posta su Il Resto del Carlino arriva la replica del presidente di Fruit Modena Group Adriano Aldrovandi. «Frigo Campogalliano ha 30mila metri quadri di capannone, costruiti dagli anni ’60 al 2000. Non tutti sono stati lesionati permettendo così ai lavoratori di continuare la loro attività. Alcune strutture dello stabilimento produttivo hanno subito danni puntuali, subito riparati in modo da consentire la messa in sicurezza dei capannoni. Successivamente  – puntualizza il presidente diramando le ombre – è iniziata una campagna di ricognizione delle strutture murarie che ha messo in luce ulteriori danni da sisma», che si è conclusa molto tardi, per questo la pratica è stata presentata nel 2015.

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