CAVEZZO, MIRANDOLA E DINTORNI – Nessuna emergenza West Nile nell’Area nord modenese, solo attenzione e una forte raccomandazione, ancora una volta, alla prevenzione. È questo il messaggio che l’Azienda USL di Modena affida ad un comunicato in merito ai recenti casi di pazienti colpiti dal virus trasmesso dalle zanzare comuni.
Finora sono quattro i casi di forma neuroinvasiva di West Nile Disease segnalati al Servizio di Igiene Pubblica dell’Ausl, di cui due riguardano cittadini residenti a Mirandola e Cavezzo. “Non c’è una specifica correlazione tra malattia e territorio – spiega Giovanni Casaletti, Direttore del Servizio di Igiene Pubblica –, ma si può ipotizzare che l’Area nord, particolarmente ricca di zone umide, costituisca terreno fertile per il proliferare delle zanzare comuni”. Questo, associato alle alte temperature intervallate da acquazzoni, ha causato l’aumento della presenza di zanzare, dieci volte superiore all’anno scorso.
Il virus – ricorda la nota dell’Usl – viene trasmesso agli insetti da uccelli migratori infetti provenienti dal Nord Africa, che nidificano proprio nelle aree umide. Dopo aver punto i volatili, le zanzare si infettano e trasmettono il virus ad altri uccelli, alimentando così il ciclo riproduttivo del virus. Occasionalmente queste zanzare possono trasmettere il virus di West Nile all’uomo. Nella maggioranza dei casi, il virus è asintomatico; in un 20% dei casi la malattia decorre come un semplice stato febbrile, trattato con antipiretici. Una percentuale molto bassa sviluppa invece complicanze con interessamento neuromeningeo, soprattutto in persone fragili, come gli anziani, o con importanti carenze del sistema immunitario. In nessun caso la persona infettata è in grado di trasmettere l’infezione alle zanzare e, tramite queste, ad altre persone. In caso di diagnosi di West Nile non è quindi previsto nessun intervento locale di emergenza.
Rispetto al numero dei casi con forme neuroinvasive segnalati, ad ogni modo, l’Ausl informa che non si tratta di una particolarità, essendo in linea con quelli riscontrati negli anni scorsi: nel 2017 erano stati 3, così come nel 2016, mentre nel 2015 ne furono segnalati 8, contro i 2 del 2014.
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