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Zanzara tigre, informazione non è allarmismo. Cosa succede nella Bassa?

da | Ago 3, 2018 | In Primo Piano, Mirandola, Cavezzo | 0 commenti

MIRANDOLA E DINTORNI – Non allarmismo, ma informazione nel rispetto delle fonti istituzionali che nei giorni scorsi hanno dato notizia dei due casi sospetti di Chikungunya, anche se uno si è rivelato infondato a seguito delle analisi dell’Azienda Usl e l’altro invece si è rivelato essere un caso di malattia da virus West Nile.

Procediamo con ordine nel rispetto dei lettori e delle lettrici e delle istituzioni impegnate sul fronte della salute pubblica.

Mercoledì 1 agosto il Comune di Cavezzo dà notizia di un sospetto caso di virus Chikungunya trasmesso dalla zanzara tigre. A ruota il Comune di Mirandola informa che anche nel territorio comunale c’è un caso sospetto di Chikungunya (QUI IL NOSTRO ARTICOLO). Entrambe le amministrazioni attivano la disinfestazione straordinaria.

Nel pomeriggio di giovedì 2 agosto sia il Comune di Cavezzo che l’Azienda Usl informano che le analisi di laboratorio hanno escluso che si tratti del virus Chikungunya trasmesso dalla zanzara tigre. Per questo vengono sospesi i trattamenti straordinari. Invece, l’Azienda Usl – sempre nello stesso comunicato – informa che “risulta confermato un caso di malattia da virus West Nile in una persona residente nel Distretto di Mirandola“. Il Comune di Mirandola sospende i trattamenti straordinari perché, come rende noto con un comunicato dell’Amministrazione, “per il caso di West Nile segnalato dall’Ausl i protocolli non prevedono interventi straordinari come quello della Chikungunya”.

Fin qui la cronaca dei fatti. Qualcuno ha parlato di allarmismo, ma questa è informazione. Altri hanno puntato il dito contro la disinfestazione preventiva a carico delle Amministrazioni e che oggi, invece, sarebbe fortemente carente rispetto a un tempo.

Prevenzione è la parola d’ordine dell’Azienda Usl che ha fatto sapere che insisteranno molto sulle misure di protezione individuale e che i casi di virus West Nile gravi sono limitati e avvengono di solito in persone già debilitate.

Nel vicino Veneto, però, sono 19 i casi di febbre da West Nile registrati fino a mercoledì 1 agosto, cui si aggiunge il decesso di un anziano di 79 anni, residente in provincia di Verona, colpito dalla forma neuroinvasiva del virus. Anche se l’assessore alla Sanità della Regione Veneto, Luca Coletto ha precisato che “corre l’obbligo di ricordare, per non accendere timori ingiustificati, che gli esperti indicano che un evento così grave si verifica nello 0,1% dei casi di infezione”. Come il caso dell’uomo di 77 anni, residente a Cento, già sofferente di problemi cronici cardiorespiratori, morto all’ospedale ferrarese di Cona dopo aver contratto il virus West Nile, per una puntura di zanzara infetta la scorsa domenica.

L’Azienda Usl di Modena, però, come ha più volte ribadito anche in questi ultimi giorni, punta tutto sulla prevenzione per ridurre al minimo la possibilità di essere punti e di conseguenza anche il rischio di casi gravi. Anche se in una zona come la nostra è una battaglia che ha dell’impossibile.

Sulla questione è intervenuta anche la Regione Emilia-Romagna che ha fatto il punto in una nota:

Per quanto riguarda la Sanità pubblica, dall’inizio di giugno è attivo il sistema di sorveglianza su virus e malattie trasmesse dalle zanzare.

Tutto il territorio di pianura è monitorato con trappole entomologiche che registrano sia la densità dell’infestazione di zanzare sia la presenza di virus, in particolare West Nile.

Va detto che le frequenti piogge di luglio, probabilmente, hanno reso meno efficaci i trattamenti di controllo che contrastano lo sviluppo delle larve, per cui la Regione ha deciso di adottate le misure previste dal Piano regionale arbovirosi, trasmesso a tutti i Comuni e alle Aziende sanitarie a metà giugno.

In particolare, sono state attivate le misure di controllo del rischio trasfusionale attraverso l’attivazione del controllo delle sacche di sangue ed è stato chiesto ai Comuni di continuare ad attuare rigorosamente gli interventi di lotta antilarvale, per evitare il proliferare delle zanzare e di intensificare le attività di controllo e sostegno agli interventi effettuati dai privati per una corretta gestione dei propri giardini.

È stato anche chiesto di effettuare interventi straordinari contro gli insetti adulti nel caso in cui siano in programma manifestazioni serali all’aperto che coinvolgano molte persone.

Nel 2017, secondo i dati della Regione, in Emilia-Romagna i casi confermati di Dengue sono stati 14, quelli di Chikungunya 5, di Zika virus 9, di West Nile 10.

La palla passa così alle Amministrazioni, più volte chiamate in causa in questi ultimi giorni per un maggiore impegno nella disinfestazione.

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