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Nuova centrale a biometano di Concordia, montano le polemiche

da | Ott 10, 2018 | Mirandola, Concordia, San Possidonio | 0 commenti

CONCORDIA, SAN POSSIDONIO E MIRANDOLA- C’è già chi si dice pronto a organizzare una manifestazione di protesta, chi propone una raccolta firme e chi pensa a un referendum popolare. La notizia della richiesta di aprire a Concordia un nuovo, grande, impianto di biometano è oggetto di dibattito intenso in paese.
Preoccupa l’aumento del traffico sulla già congestionata e inadeguata provinciale 8 che dovrà accogliere anche i camion che ogni giorno trasporteanno i rifiuti organici da far macerare in centrale.  C’è paura per le conseguenze ambientali di avere un impianto di così grandi dimensioni sotto casa. E ci sono timori per quanto riguarda la puzza e i cattivi odori: con tutti i rifiuti che saranno “mangiati” dalla centrale, il lezzo potrebbe essere trasportato per chilometri e chilometri dal vento.
L’azienda che vuole realizzare l’impianto, intanto, diffuso i primi dettagli sul suo progetto che intendono porre rassicurazioni su tutta al questione, spiegando che si tratta di una centrale estremamente all’avanguardia (leggi l’articolo).

La protesta

Riccardo Zanini, consigliere di opposizione: “Pur non essendo un “inceneritore” (almeno così sembra), la cosa non lascia tranquilli, per cui abbiamo chiesto (tutte le minoranze hanno chiesto) di avere tutte le informazioni utili; verrà fatta una ulteriore Commissione Territorio e Ambiente il 17 ottobre alle ore 18,00, in detta Commissione sarà presente la ditta che intende realizzare l’impianto di biogas e a questa verranno poste tutte le domande del caso.
Abbiamo chiesto che vengano effettuati incontri pubblici con la cittadinanza, affinchè sia dettagliatamente informata sulla questione e perchè i Concordiesi non debbano subire, decisioni dall’alto.
L’Amministrazione si è resa disponibile a questi incontri, ribadendo più volte, che non è stata lei la promotrice di questo insediamento; certamente la cosa è delicata e le elezioni sono vicine, mancano meno di 8 mesi alle prossime amministrative”.

Dal Movimento Cinque Stelle si leva subito un secco No all’impianto. A sostenerlo è Giulia Gibertoni che presenterà un’interpellanza urgente alla giunta regionale. “Se questo progetto dovesse andare in porto a Concordia nascerebbe uno dei più grandi impianti di trattamento rifiuti mai realizzati nella nostra regione e che si andrebbe a sommare a quelli già autorizzati a Sant’Agata Bolognese e in fase di autorizzazione a Gavassa, in provincia di Reggio Emilia – spiega Giulia Gibertoni – con tutte le criticità che strutture di questo genere si portano dietro. Dall’aumento spasmodico della mole di traffico per movimentare i rifiuti, agli odori a cui inevitabilmente i cittadini che vivono a ridosso dell’area sono esposti. Tutte criticità che devono essere vagliate attentamente dai vertici di ARPAE e della Regione nella valutazione di impatto ambientale. Noi crediamo che non ci sia spazio per un impianto di questo genere all’interno della Bassa modenese. Il nostro territorio sta già pagando ampiamente il prezzo di politiche ambientali scellerate da parte di chi ci governa, come dimostra il caso del polo pattumiera a Finale Emilia tra discariche e attività produttive fortemente impattanti. Ecco perché, sommare a questa situazione la nascita un maxi impianto da 80mila tonnellate di umido e 20mila di verde, è assolutamente inaccettabile”. Secondo le cifre contenute all’interno dell’interpellanza presentata da Giulia Gibertoni, uno dei principali problemi relativi all’impianto nell’ex Kermar riguarderà la mole di traffico prodotta dallo stabilimento. “La raccolta differenziata di in tutta l’Emilia-Romagna nel 2016 è stata di circa 277mila tonnellate – aggiunge Giulia Gibertoni – quindi nemmeno sufficiente a soddisfare il fabbisogno degli impianti come quello che si vuole costruire a Concordia. Senza contare che già sono esistenti altri impianti medio-piccoli che trattano le medesime frazioni. Quindi per approvvigionare un impianto del genere sarà sicuramente necessario realizzare percorsi provenienti anche da fuori regione e sempre più lunghi grazie a dei camion a cui si aggiungeranno, almeno in una prima fase, anche i carri bombolai per il trasporto del metano. Ecco perché – conclude Gibertoni – chiediamo che la Regione si opponga fin da subito a questo progetto”.

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