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Bosco Tomasini, il gioiello verde dimenticato di San Felice

da | Nov 15, 2018 | In Primo Piano, San Felice sul Panaro | 0 commenti

SAN FELICE SUL PANARO – Bosco Tomasini, il gioiello verde dimenticato di San Felice. Chi ci passa percorrendo la provinciale non può non notare quella meravigliosa e imponente macchia verde larga oltre 7 ettari che si trova a bordo strada. Siamo in via Perossaro, alle porte di San Felice, la provinciale che porta fino a Medolla. Lì, davanti al ristorante e alla Cgil, all’altezza del civivico 527, sorge un gioiello di cui si sta lentamente e inesorabilmente perdendo la memoria. Mentre l’uso, lo si è perso già da diversi anni.

Già, perchè Bosco Tomasini per lungo tempo è stato un luogo aperto e vivo. E’ stata un’area di riequilibrio ecologico in cui proliferavano alberi, piante e animali del bosco. Era tenuta talmente bene che le scuole ci portavano i bimbi a fare gite di istruzione. La Provincia di Modena aveva chiesto alla Regione di inserire Bosco Tomasini all’interno dell’elenco delle aree protette e dei siti Rete Natura, passaggio burocratico lasciapassare di nuovi progetti e fondi pubblici. Poi è tutto finito. Perchè?

Scavando negli archivi pare che le ultime attività pubbliche siano state nel 2012, l’anno del terremoto. Il Comune di San Felice quell’anno siglò una convenzione col proprietario del bosco, Angelo Tomasin – ora scomparso – in cui si normava l’accesso al bosco per le visite dei bambini delle scuole. Il Comune aveva anche realizzato, a sue spese, un cancello da cui fare entrare i visitatori, separato dal cancello di ingresso alla abitazione e alla casa colonica.
Il Comune di San Felice sul Panaro si occupava anche – sempre con soldi pubblici – della manutenzione del bosco: “durante il periodo di visita,  da marzo ad ottobre compresi, il Comune garantisce il mantenimento dei percorsi all’interno del bosco tramite trinciatura del materiale presente nei sentieri di accesso (max 4 interventi)”, si legge nella convenzione.
Le attività di visita in gruppo all’area di riequilibrio ecologico si tenevano con l’ausilio e la partecipazione di personale esperto, anche questo elencato nelal convenzione col Comune: Guardie Giurate Ecologiche Volontarie-Guide Didattiche-personale del CFS e della Provincia-personale del CEDA-personale del Servizio Veterinario dell’AUSL-personale di Associazioni Venatorie. Insomma, un bell’impegno (e investimento economico) che è stato lasciato perdere.

Sono passati 6 anni e nulla sembra muoversi: si vedono gli alberi crescere e il sottobosco proliferare, e i vicini sono preoccupati: vorrebbero una maggiore manutenzione. I rischi di tenere un bosco in conduizioni non adeguate sono molteplici: il rischio di incendi, il rischio di caduta dei alberi sulla provinciale, il rischio di animali infestanti come ad esempio la processionaria del pino E l’inverno è alle porte.

 

 

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