“La Regione non può continuare a trattare il tema del biogas come un settore industriale qualunque. La nascita spasmodica di questi impianti, spesso e volentieri sovradimensionati, sta generando preoccupazione e timore da parte dei territori preoccupati dei problemi di natura sanitario e ambientale. Andando avanti su questa strada la Regione non fa altro che tutelare gli interessi di chi fa business con i rifiuti ignorando però le legittime richieste dei cittadini”.
È questo il commento di Giulia Gibertoni dopo la risposta dell’assessore regionale all’ambiente Paola Gazzolo a una interpellanza presentata dalla stessa consigliera del MoVimento 5 Stelle riguardo all’impianto di trattamento della frazione umida e degli sfalci che dovrebbe sorgere a Concordia nell’area dell’ex Kermar. “Anche se l’assessore Gazzolo si nasconde dietro il traguardo dell’autosufficienza nessuno può negare che l’Emilia-Romagna, anche grazie alla nascita di impianti come quelli che si vogliono realizzare a Concordia, a Gavassa nel Reggiano e Sant’Agata nel bolognese e tanti altri più piccoli, sta diventando un polo nazionale per il trattamento di questi rifiuti e per la loro trasformazione – spiega Giulia Gibertoni – A smentire la tesi sostenuta dalla Giunta c’è il fatto che la capacità di un impianto del genere, sommata anche solo a quelle delle strutture di Sant’Agata e Gavassa, è molto superiore alla quantità di umido prodotto dall’intera Emilia-Romagna. Ciò significa che, inevitabilmente, per dare linfa a questi impianti si dovranno far arrivare rifiuti dalle altre regioni, aumentando così i problemi sia ambientali che sanitari denunciati dai cittadini che vivono a ridosso di quelle aree. Una situazione aggravata sicuramente dall’entità degli incentivi che negli anni sono stati stanziati per la realizzazione di questi impianti e che per forza di cose devono essere rivisti al più presto, come peraltro ha già annunciato il ministro Costa. Resta il fatto che – conclude Giulia Gibertoni – la Regione di certo non ha ostacolato l’insediamento di queste strutture, trattandole come una filiera economica qualsiasi e puntando con decisione sullo sviluppo di questo settore che però non può essere considerato come un’attività economica come le altre, considerato che la materia prima sono certe tipologie di rifiuti per cui deve valere un principio di prossimità, trattare l’umido a centinaia di chilometri da dove origina potrà essere economicamente conveniente per il gestore ma certo non è ambientalmente sostenibile e deleterio per i cittadini. Non è accettabile che si tutelino gli interessi di chi fa business con i rifiuti”.
BIOMETANO CONCORDIA
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