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Mirandola, Cavezzo, Medolla, San Felice: “Che fine hanno fatto i soldi per le chiese?”

da | Nov 22, 2018 | Mirandola, San Felice sul Panaro, Medolla, Cavezzo | 0 commenti

Mirandola, Cavezzo, Medolla, San Felice – Il senatore modenese Edoardo Patriarca, capogruppo Pd in Commissione Lavoro, è tra i firmatari, assieme alle senatrici elette nel territorio modenese Vanna Iori e Paola Boldrini, dell’interrogazione al ministro dei Beni e delle attività culturali Alberto Bonisoli in cui si chiedono notizie sul recupero delle chiese modenesi e ferraresi danneggiate dal sisma del 2012: i governi di centrosinistra misero a disposizione 35 milioni di finanziamenti nel 2016, ma mancano ancora i disciplinari per avviare concretamente la progettazione dei lavori. Ecco la sua dichiarazione: 

 

“Nel 2016, con un decreto interministeriale, i Ministeri dei Beni culturali e delle Infrastrutture predisposero un piano di interventi per restaurare e recuperare chiese modenesi e ferraresi danneggiate dal sisma del 2012 per un valore complessivo di ben 35 milioni di euro. In particolare, 6 milioni e 400mila euro furono destinati al recupero della Chiesa di San Giovanni a Disvetro di Cavezzo; 2 milioni e 400mila euro per la Chiesa di Motta di Cavezzo; 7 milioni e 100mila euro per la Chiesa di San Bartolomeo di Villafranca di Medolla; 3 milioni per la Chiesa di San Francesco a Mirandola e 4 milioni e 400mila euro per la Chiesa di San Biagio in Padule a San Felice sul Panaro. I governi di centrosinistra dimostrarono grande sensibilità e attenzione per il patrimonio culturale e monumentale pesantemente danneggiato dal terremoto. Ad oggi però per questi interventi non risulta siano stati sottoscritti disciplinari tra i Servizi Generali di Programmazione Finanziaria del Ministero dei Beni Culturali e il Segretariato Regionale Emilia-Romagna del Ministero, servizio quest’ultimo preposto al controllo e programmazione sul territorio, né tantomeno i disciplinari e le convenzioni con i soggetti proprietari, a vario titolo, dei beni culturali interessati dai finanziamenti. In sostanza, a due anni di distanza non c’è traccia delle attività che devono considerarsi prodromiche all’avvio della progettazione. Come Partito democratico chiediamo di conoscere quale sia lo stato dell’arte di questi procedimenti e in quali tempi si preveda di sottoscrivere i disciplinari in modo da trasferire alla Regione Emilia-Romagna le risorse previste per gli interventi di ricostruzione delle Chiese. Se si attende ancora c’è il rischio reale di perdere un patrimonio simbolico per le comunità già così duramente colpite dal sisma. L’auspicio, per il bene di tutti, è che il governo gialloverde dimostri maggiore sensibilità verso i beni culturali rispetto a quella fino ad ora mostrata verso il rinnovo delle proroghe delle scadenze fiscali necessarie al prosieguo della ricostruzione per privati, imprese ed Enti locali. Come più volte denunciato, per ora il governo, nonostante le tante promesse, è rimasto sordo alle nostre richieste”.

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