Si torna a parlare di biometano a Concordia alla vigilia del voto in Consiglio comunale dell’ordine del giorno sull’impianto.
Questa volta a farlo è la Bio Bimat, l’azienda che dovrebbe costruire l’impianto, che in una nota ha annunciato di aver dato la disponibilità, al sindaco di Concordia, Luca Prandini, ai consiglieri comunali, agli imprenditori dell’area ex Kermar e alle associazioni di categoria, a concordare una nuova data a gennaio, per una visita, a loro riservata, alla Alan di Zinasco, nel pavese, dove è attivo un impianto di produzione di biometano simile per processi produttivi e tipologia di materiali trattati (Forsu e sfalci), insediato in un contesto urbano paragonabile a quello dell’ex Kermar.
Nei giorni scorsi l’azienda aveva invitato amministratori, consiglieri e imprenditori confinanti ad una visita in programma oggi, ma rinviata.
Bio Bimat spiega che:
La partecipazione alla visita all’impianto Alan e la conoscenza diretta del funzionamento degli impianti per la produzione di biometano, nel pieno rispetto dell’autonomia di ognuno, evidenzierebbe la volontà di esprimere giudizi con fondamenti reali, superando opposizioni di natura politica puramente strumentali e pregiudizi alimentati da false verità, veicolate per alimentare un ingiustificato clima di allarme.
La produzione di biometano da rifiuti organici, lo sviluppo dell’economia circolare, il recupero degli scarti e la limitazione dell’uso di prodotti chimici per fertilizzare i terreni – come evidenziato anche dalle cronache sull’emergenza rifiuti – sono elementi di valorizzazione del territorio. L’alternativa sono discariche e inceneritori.
Creano valore sul territorio anche l’investimento iniziale da oltre 30 milioni di euro, i nuovi posti di lavoro e l’indotto generato dall’attività ordinaria dell’impianto
E infine:
I proponenti guardano con rispetto al dibattito in consiglio comunale a Concordia e prenderanno atto degli orientamenti che emergeranno, con un invito al rispetto della verità dei fatti. A questo proposito Bio Bimat precisa che le acque di lavorazione non entreranno mai in contatto con i terreni o con le persone: verranno inviate alla rete fognaria e da qui al depuratore, come avviene per una qualunque attività produttiva. Bio Bimat, inoltre, puntualizza anche che gli scenari delineati negli studi presentati per la VIA, alla quale la società si è sottoposta volontariamente, non sono “fantasia” ma rappresentano il risultato delle analisi di professionisti e esperti e che passeranno al vaglio degli enti autorizzativi, preposti nella funzione a garanzia delle istituzioni, dei cittadini, delle comunità.
In sede di VIA saranno forniti tutti i chiarimenti di natura tecnico progettuale volti al rispetto delle prescrizioni che saranno fatte dagli enti autorizzativi.
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