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Sanità, circa 23 mila modenesi in lista d’attesa

da | Dic 4, 2018 | In Primo Piano, Mirandola, Salute | 0 commenti

La denuncia arriva da Forza Italia che ha diffuso i dati sui tempi d’attesa nella sanità modenese. In testa alla classifica c’è il Policlinico di Modena che vede oltre 10 mila persone che attendono di essere chiamate per un intervento. Segue a ruota Baggiovara con 3.626 pazienti: 1.445 per chirurgia generale, 928 per urologia.

Non va bene nemmeno negli altri ospedali della provincia: a Sassuolo sono 7.000 le persone in lista d’attesa (2.144 per oculistica), a Carpi 1.166, 339 nel reparto di otorino e quasi 300 in urologia. Le liste d’attesa più basse si registrano a Vignola con 534 pazienti, Mirandola con 400 e Pavullo con 235.

Intanto, Licia Petropulacos, responsabile della Direzione generale cura della persona, salute e welfare della Regione, intervenendo in commissione Politiche per la salute e politiche sociali sull’andamento delle liste di attesa per le prestazioni specialistiche e dei ricoveri programmati ha dichiarato che: “In Emilia-Romagna sono stati raggiunti gli obiettivi sull’abbattimento dei tempi di attesa”.

Secondo i dati presentati dalla dirigente, prestazioni particolarmente critiche sono garantite nella quasi totalità entro i tempi previsti dalla legge, cioè 30 giorni dalla prenotazione: visita ginecologica (il dato è passato dal 46 per cento nel 2015 all’attuale 99 per cento), visita gastroenterologica (dal 58 al 97 per cento), visita pneumologica (da 46 a 93 per cento), visita endocrinologica (dal 44 al 96 per cento). Quanto ai ricoveri chirurgici programmati: dal 2016 al 2018, il numero di pazienti ricoverati entro il tempo massimo d’attesa (da 30 giorni a 12 mesi a seconda dei casi clinici) è passato dal 72 all’83 per cento, con un miglioramento significativo per la chirurgia oncologica.

Raffaella Sensoli dei Cinquestelle ha però chiesto una comparazione sui tempi tra le prestazioni a pagamento (libera professione) e quelle erogate attraverso il servizio pubblico, in quanto “risulterebbero considerevoli differenze”. La consigliera ha anche sollecitato, relativamente alle prestazioni erogate, “un monitoraggio più amplio, in particolare per quelle con criticità”.

Favorevole ad aumentare le prestazioni da monitorare anche il presidente Zoffoli, che ha comunque evidenziato che “le 42 prestazioni oggetto di monitoraggio rappresentano circa il 96 per cento del totale di quelle effettuate”.

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