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Inchiesta alluvione, il Comitato Arginiamo: “Incomprensibile verdetto della magistratura”

da | Gen 27, 2019 | Bomporto, Bastiglia | 0 commenti

BASTIGLIA – All’indomani della decisione della Procura che archivia l’indagine sui responsabili dell’alluvione del 2014 è il Comitato ArginiAMO a prendere la parola e a intervenire sulla vicenda.

Lo fa con una lunga nota del portavoce Vittorio Cajò che così scrive:

Mi sento in dovere in qualità di portavoce del comitato cittadino ArginiaMo, per rispetto dei cittadini tutti, non solo di quelli colpiti direttamente dal disastroso alluvione del 2014, ma soprattutto per rispetto dell’intelligenza collettiva, a prendere la parola e rispondere all’incomprensibile verdetto della magistratura che non ha ravvisato né colpe, né manchevolezze, né leggerezza da parte di alcuno dei numerosi tecnici, responsabili, operatori, segnalatori, capi, vice-capi, dirigenti e direttori che ai tempi del tremendo evento alluvionale avevano –chi più e chi meno in funzione della propria posizione- la responsabilità del proprio operato anzitutto di fronte alla propria coscienza e poi di fronte all’ente che li stipendiava attendendosi professionalità e scrupolosità da parte loro.

È fin troppo facile capire che ancora una volta si tratta di non punire nessuno perché nessuno si senta diversamente punito per non aver fatto il proprio lavoro, soprattutto alla luce di certi colori politici famosi per non punire nessuno a fine di “comodo vivere”. Con questo mi riferisco sia alle posizioni di responsabilità che hanno continuato ad essere ricoperte dalle stesse persone che pur, sotto l’emozione della tragedia appena avvenuta, si era detto che sarebbero state sostituite, sia all’ente-stesso AIPO che passata l’ondata è rimasto, sia infine ad una certa figura di primordiale responsabilità che per punizione è stata promossa ad occupare un’altra posizione di grande responsabilità in altra regione.

Certamente, siamo un comitato apolitico, ma quando alla fine è la politica che decide della tua vita e del tuo futuro corre l’obbligo di andare a vedere con chi hai da fare.

Certamente, viviamo in Italia paese in cui lo sport nazionale è quello di fraintendere anche le parole più semplici, anche quando il significato delle parole è rigorosamente univoco!

Quanto alla relazione tecnica sviluppata da fior di professori, ricercatori e studiosi di fama riconosciuta, non posso fare altro che plaudire alla loro bravura. D’altronde si trattava di una relazione tecnica che doveva analizzare meri aspetti tecnici e non di una relazione giurisprudenziale tesa a definire eventualità e gradi di colpevolezza.

E ancora:

se il suo meccanico di fiducia dimentica di mettere l’olio nel motore della sua automobile il suo motore è destinato a grippare, e questo lo sa anche lei e lo sanno tutti. Ed io potrei sviluppare dotte analisi sul perché e sul percome, spiegare in maniera dettagliata tutti i sintomi e le conseguenze, perdermi in fior di analisi con cui illustrare il differente comportamento protettivo sotto stress di olio motore a base totalmente sintetica nei confronti di un olio motore a base minerale, ecc. Ma alla fine credo che lei dovrà risolversi a tornare dal suo meccanico per prenderlo a padellate in testa.

Ecco: siamo stati presi per il sedere e ci hanno voluto infinocchiare, detta come va detta!

Perché piaccia o no i responsabili ci sono! Nome e cognome, basta un po’ di buona volontà e non tremare davanti al potente politico di turno. Anche un idiota totale capirebbe l’abissale differenza anche visiva tra lo stato attuale degli argini e quello di allora. Ma attenzione, siamo ben lontani dal potere dormire tranquilli, perché lo voglio ricordare e sottolineare ancora: TUTTI I LAVORI FATTI E QUELLI PROGRAMMATI SI ATTESTANO AD UN TEMPO DI RITORNO 20 INVECE DI 200! Ciò significa che al primo evento un pò serio ma non straordinario rischiamo di nuovo l’alluvione.

Allora non si dia la colpa agli animali fossatori che hanno indebolito gli argini: essi sono la causa! La colpa è di chi era pagato anche lautamente per evitare che i nostri fratelli animali costruissero i loro rifugi dentro gli argini, aiutati dall’invasione delle piante e dall’assenza dell’uomo. La natura fa il suo lavoro. È l’uomo che non fa il suo. E quando non lo fa causando danni alla comunità va punito, non promosso!

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