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Lezioni di arabo e Islam a San Felice, “La scuola è diventata moschea, ci siamo arrivati”

da | Gen 10, 2019 | San Felice sul Panaro, Cronaca | 0 commenti

SAN FELICE SUL PANARO – “La scuola è diventata moschea, ci siamo arrivati”. Così da Forza Italia il senatore Enrico Aimi e il consigliere comunale di Mirandola Marian Lugli commentano l’avvio di lezioni domenicali di lingua araba e religione islamica nella scuola elementare di San Felice sul Panaro.

Ci siamo arrivati. Un tempo, non troppi anni fa, quando alle scuole elementari entrava l’insegnante, ci si alzava in segno di rispetto, si pronunciava educatamente il “buon giorno Signora maestra”, e si dicevano le preghierine. Dai banchi, poi, fantasticavamo quando ci veniva insegnata la storia di Roma, i suoi eroi, Muzio Scevola, Orazio Coclite, Giulio Cesare. Oggi partiamo con l’insegnamento del Corano, domani sostituiremo la storia di Roma con quella dell’Africa. San Felice, abbiamo un problema.
Va al di là di ogni logica e buon senso, e nulla ha a che fare con l’integrazione e la convivenza civile la decisione del Consiglio di Istituto di concedere, ogni domenica, dalle 9 alle 12:30, i locali pubblici della scuola elementare di San Felice all’associazione La Pace per insegnare l’arabo a 200 bambini di origine nordafricana e indottrinarli sui principi dell’Islam e del Corano. E no, non può e non deve bastare la maggioranza per cambiare i programmi scolastici.
Siamo di fronte a un utilizzo assolutamente improprio, folle, se non addirittura illegittimo, di locali pubblici che diventano luoghi di indottrinamento religioso. Un utilizzo avallato da quella sinistra sempre pronta alle critiche quando si tratta di puntare il dito contro la presenza del crocifisso nelle aule o della benedizione pasquale una volta all’anno. La scuola dovrebbe essere luogo preposto alla vera integrazione di questi bambini, dovrebbe organizzare corsi speciali di italiano, di educazione civica e di studio della Costituzione, altro che insegnare i principi dell’Islam e del Corano! E da chi saranno tenute queste lezioni? Quali controlli saranno effettuati sui contenuti e sui “programmi”? Chi affronterà i costi di apertura, la nostra collettività?
Cosa significa che “non ci sarà una catechizzazione islamica spinta”, che dobbiamo dirci fortunati perché l’insegnamento del profeta Maometto non verrà declinato in termini violenti, o troppo violenti? Vorremmo invece qualche timida rassicurazione sulla libertà di potersi convertire dalla religione islamica al cristianesimo senza rimetterci la pelle; vorremmo altresì rassicurazioni sulla parità reale, effettiva, tra uomo e donna; ancora, sulla garanzia di evitare parole violente contro lo Stato di Israele. Tanto per fare qualche semplice esempio, ma potremmo continuare a lungo.
La nostra Costituzione parla chiaro: l’art. 8 specifica che le confessioni religiose devono regolare i propri rapporti con lo Stato Italiano attraverso la stipula di una Intesa. E la religione islamica è l’unica che non l’ha ancora fatto. Troppo comodo restare nel limbo normativo con la scusa di non riuscire a mettere d’accordo le litigiose comunità islamiche, quando il problema vero, qui, è quello di non voler sancire, nero su bianco, il rispetto dei principi democratici della nostra Costituzione. Cosa dice il Comune al riguardo? Quella sinistra, sempre pronta a invocare la laicità delle Istituzioni, ora ‘regala’ un locale pubblico, una scuola, alla comunità islamica. La vicenda sarà da me debitamente segnalata alla competente Prefettura e al Ministero dell’Istruzione e degli Interni, con una interrogazione parlamentare.

A Mirandola noi dell’opposizione non glielo faremmo fare di occupare le nostre sedi cristiane pubbliche, io e il mio gruppo consigliare occuperemo la struttura scolastica e non li faremmo entrare .
Mi chiedo tirreranno via le croci delle aule per questo evento?
In questa terra di nessuno (area nord) succede anche questo peccato .

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