Un mirandolese fra dieci romanisti, contro il Modena: è una storia calcistica molto singolare, persa nei meandri del tempo, quella che alcuni giorni fa ha pubblicato la testata Il Romanista (qui l’articolo) e che, in qualche modo, riguarda anche la Bassa.

Storia di una partita di calcio del 29 maggio 1930, di un Roma-Modena di Serie A per la precisione, quando la squadra giallorossa si presentò in campo con dieci ragazzi su undici nati a Roma, segno che già allora (il calcio era già professionistico) trovare una squadra composta in gran parte di calciatori locali fosse una rarità. A noi interessa l’eccezione, perché l’eccezione si chiamava Oreste Benatti: classe 1906, ruolo ala, ma soprattutto mirandolese di nascita, ed era lui l’undicesimo uomo, unico “straniero” in quella squadra di romani romanisti.

Benatti era giunto alla Roma nel 1928, dalla Reggiana, alla quale a sua volta si era trasferito dalla Mirandolese. Noto fra il pubblico mirandolese anche con il soprannome di “Bighina”, Benatti già nella partita di andata a Modena aveva giocato contro i gialloblù di Dugoni e Mazzoni ed era andato in gol (finì 2-1 per la “sua” Roma: in quella annata l’ala avrebbe segnato in totale 9 reti), ma è proprio per la sua presenza in quella sfida, valida per il girone di ritorno, che viene ricordato nell’articolo di cui sopra. Una curiosità storica per l’ambiente giallorosso.

Alla fine di quella annata, “Bighina” finì al Lecce, per poi andare l’anno successivo al Napoli, società alla quale rimase sino al 1934.