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Giovanni Rana: il re dei tortellini industriali, in visita…laddove i tortellini sono tradizione

da | Feb 1, 2019 | Mirandola | 0 commenti

MIRANDOLA – L’incontro con Giovanni Rana, leader mondiale nel settore della pasta fresca, è stato emozionante, come sempre succede quando si incontra un imprenditore di successo che, partendo da garzone con pochissima scuola nei primi anni sessanta, ha saputo costruire intorno a sé, con geniali intuizioni e duro lavoro, un impero industriale che fattura circa 800 milioni di Euro e impiega 3000 persone, nei due stabilimenti di S. Giovanni Lupatoto (VR) e Chicago (USA). Rana è stato ospite d’onore in un intermeeting dei club Rotary, Lions di Mirandola e Kiwanis di Modena  (i cui presidenti sono rispettivamente: Philippe Lejeune, Nunzio Borelli e Fausto Nicolini) e ha raccontato l’avventura della sua vita di fronte ad un pubblico non solo attento, ma anche riconoscente, poiché non  dimentico della generosità con cui, nei mesi immediatamente successivi al terremoto del 2012, Rana fece pervenire concreti aiuti a quelli di noi rimasti senza casa.

Per Rana tutto ebbe inizio quando intuì che con la ricostruzione postbellica, intorno al 1960, la crescente occupazione femminile avrebbe drasticamente ridotto il tempo disponibile alle donne per preparare i tortellini e reso crescente il loro desiderio di trovarli già pronti. Assieme all’allora fidanzata e ad un paio di operaie, cominciò a fabbricarli e a offrirli sul mercato locale che egli stesso percorreva, in lungo e in largo, alla guida di un “Guzzino” (mitica moto Guzzi dell’epoca, ancora conservata fra i trofei di famiglia) per le consegne ai clienti. E fu subito successo, al punto che Rana dovette costruire in fretta  un laboratorio di 1000 m2 di superficie, successivamente raddoppiato a  2000 m2, con un numero di dipendenti crescente. Le banche inizialmente non furono inclini a dargli credito, tant’è che Rana ama ricordare come “i primi soldi” gli furono prestati da un privato, un contadino, che ebbe fiducia in lui. L’affermazione sul mercato comportò la rivoluzione industriale e l’arrivo delle macchine. Ai tortellini col ripieno di carne, si aggiunsero quelli con la ricotta. Anche i grandi gruppi alimentari cominciarono ad osservare con attenzione la crescita di Rana. Qualcuno, come Barilla, si fece avanti con un’offerta per l’acquisto dell’azienda, ma lui preferì conservare la sua indipendenza, mantenuta fino ai giorni nostri. Oggi il gruppo Rana è gestito dal figlio di Giovanni e dai manager, mentre lui conserva la posizione di grande promotore dei prodotti, occupata già da parecchi anni con gli innovativi (e famosissimi) spot televisivi, in cui compare in prima persona, a pubblicizzare i tortellini. A  questo proposito, Rana racconta che gli venne l’idea di essere lui stesso attore negli spot, per risparmiare sui costi. Fu anche per questo che inizialmente si rivolse alle reti Mediaset, molto meno care della Rai. Il suo modo di fare pubblicità venne poi copiato da altri imprenditori che scelsero la strada di persuadere personalmente i clienti “mettendoci la loro faccia”, negli spot. La dimensione del gruppo Rana è ormai mondiale. Oltre ad una posizione di leader in Europa (soprattutto in Italia, Francia,  Spagna e Germania), Rana è andato alla conquista degli Stati Uniti, costruendo uno stabilimento nella zona di Chicago e perseguendo, con ottimi risultati, politiche di espansione commerciale anche in Giappone, Australia, Brasile e Cile, ai quali vorrebbe far seguire la Russia. Fabbrica tortellini con 180 diversi tipi di ripieni, con la supervisione di 4 cuochi di diversa nazionalità. Fra gli sviluppi dell’immediato futuro ci sono  i tortellini biologici e quelli gluten free, per accontentare ulteriori nicchie di mercato. Insomma, per Rana, qualunque sia il loro credo politico-religioso, o il colore della pelle, tutti amano i tortellini e devono poterli gustare. Richiesto di svelare il segreto del suo successo, Rana afferma che esso è dovuto ad un mix di duro lavoro, coraggio imprenditoriale, passione, un po’ di sana “pazzia” e molta fortuna. Nell’incontro con i club Rotary, Lions e Kiwanis, in modo non presuntuoso, ha preferito assaggiare un piatto di “maccheroni col pettine” (nostra specialità locale), piuttosto che offrire i suoi tortellini ad un pubblico (chissà, forse dal palato un po’ “difficile”, in fatto di tortellini?), ma, proprio per questo (e per le sue parole), ancor più convinto che i tortellini Rana siano un prodotto di qualità, di un’azienda che lavora con serietà.

Da sx: C. Medici, direttore commerciale del Gruppo Rana, Giovanni Rana, Philippe Lejeune (presidente Rotary), Nunzio Borelli (presidente Lions) e Fausto Nicolini (presidente Kiwanis)

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