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Territorio e ospedale, a Mirandola giovedì 28 febbraio un incontro della Cgil

da | Feb 26, 2019 | Mirandola | 0 commenti

Si torna a parlare di sanità e territorio giovedì 28 febbraio, dalle ore 14.30 alle 18.30, a Mirandola con l’incontro promosso dalla Cgil Area Nord. Focus dell’iniziativa è la questione dell’ospedale.

La Cgil provinciale insieme a quella dell’Area Nord ha deciso di promuovere questa iniziativa, aperta a tutti i cittadini, a fronte delle tante preoccupazioni e sensibilità che animano la discussione sul futuro della sanità nel distretto della Bassa modenese.

Come è noto – spiega una nota del sindacato – le proposte per “salvare” l’ospedale di Mirandola si stanno moltiplicando, ma tutte restano legate esclusivamente alla richiesta di aumentare i posti letto, senza che si sviluppi una riflessione complessiva sul funzionamento del sistema sanitario sul territorio.

“L’ospedale è certamente un punto fondamentale della rete assistenziale – spiega Massimo Tassinari della Cgil Area Nord – ma non può più essere considerato come l’unico elemento, anzi serve maggiore integrazione con tutti i servizi territoriali, compresi quelli sociali comunali”.

Di fronte allo sviluppo della sanità in termini tecnici, scientifici e professionali, la presa in carico del cittadino deve avvenire attraverso reti cliniche e modelli assistenziali che utilizzino un approccio multi-professionale (equipe).

“E’ proprio valorizzando i servizi presenti sul territorio – continua Tassinari – che possiamo consentire all’ospedale di dedicarsi al meglio alla cura nella fase acuta della malattia. Questo vuol dire investire nella prevenzione, potenziare la domiciliarità e le dimissioni protette, sostenere la specialistica ambulatoriale, garantire le cure alle cronicità e ovviamente rendere coerenti i posti letto ai nuovi bisogni di cura”.

La Cgil chiede una stretta collaborazione tra l’Azienda Usl e le Istituzioni per la progettazione e la definizione di maggiori risorse, sia economiche sia di personale, per completare le Case della Salute, ma anche per realizzare velocemente le strutture intermedie come l’Osco, l’Hospice e molti nuovi posti di sollievo, da dedicare alle persone non autosufficienti.  Ospedale e territorio devono lavorare sistematicamente insieme, per offrire le cure migliori vicino a casa e da subito, perché la salute non può aspettare.

A questo proposito la Cgil chiede che non si ripetano gli errori del passato, quando si è proceduto con il rafforzamento del Policlinico di Modena e la costruzione dei due nuovi ospedali a Baggiovara e Sassuolo, lasciando solo promesse per il resto del territorio.

“Oggi chiediamo che si stanzino nuove risorse, a partire da quelle che dovrebbe generare l’integrazione Policlino-Baggiovara, da investire sul resto della rete sanitaria”, afferma ancora Tassinari.

Una preoccupazione per il sindacato è anche quella delle risorse calanti del Piano sanitario nazionale negli ultimi anni, poiché se c’è ancora molto da fare per migliorare il welfare, in particolare quello locale, il taglio dei fondi a livello nazionale rischia però di mettere in discussione la sostenibilità dei servizi ovunque.

La Cgil – conclude la nota – insieme alle altre organizzazioni sindacali sta affrontando da mesi il nuovo disegno della sanità territoriale modenese, all’interno della discussione dei Piani sociali di Zona, partendo dal confronto con i cittadini, ma cercando sempre di mettere in guardia l’opinione pubblica dalle troppe strumentalizzazioni a fini elettorali (molto cresciute in questo periodo), che puntano a rivendicare unicamente più posti letto in ospedale, mentre l’alternativa più valida sarebbe il potenziamento dell’integrazione tra ospedale e servizi territoriali.

Partecipano, tra gli altri, il sindaco Maino Benatti e Massimo Annichiarico, direttore generale dell’Azienda Usl di Modena.

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