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25 aprile a Finale Emilia, il sindaco cita il gerarca fascista Gino Falzoni e l’Anpi scende dal palco

da | Apr 25, 2019 | In Primo Piano, Finale Emilia | 0 commenti

FINALE EMILIA – Il Silenzio, alla fine, è stato suonato grazie a chi è riuscito a far venire da Mirandola un trombettiere. Così, almeno, i caduti sono stati ricordati a dovere. Ma non sono mancate le polemiche nel giorno delle celebrazioni del 25 aprile a Finale Emilia.

Qui il sindaco di centrodestra Sandro Palazzi al momento di rendere onore ai caduti ha citato nel suo discorso ufficiale il gerarca Gino Falzoni, che fu segretario del partito nazionale fascista a Finale Emilia, e la cosa non è piaciuta affatto all’associazione partigiani: il portabandiera Anpi è sceso dal palco per protesta.

“Sono passati 74 anni dalla fine della guerra ma la completa riconciliazione tra le parti protagoniste del conflitto non si è ancora interamente conseguita: troppi eccidi, abusi, stragi sommarie e vendette l’hanno caratterizzata, sia nella fase finale che nella fine del conflitto, al punto di trasformarla in una vera e propria sanguinosissima guerra civile. Come tutti ricorderete – ha detto il sindaco – l’omicidio dell’ingegner Gino Falzoni di Finale Emilia avvenne il 17 giugno del 1945.  Con immenso dolore credo di poter affermare che non ci potrà mai essere nè pace vera, nè una completa riconciliazione fino a quando non ci sarà la volontà di riconoscere vicendevolmente le proprie responsabilità da parte dei protagonisti di allora e di chi ha ereditato i medesimi ideali”.

Il sindaco chiede insomma di riconoscere quella che definisce come “la ricostruzione oggettiva che la storia ha defintivamente sancito”, nella vicenda del gerarca fascista finalese, che venne ucciso da una banda di partigiani quando la guerra era ormai finita da due mesi. Si tratta di una storica battaglia del centrodestra finalese, che prova da tempo a dare un riconoscimento a Falzoni, una strada o una piazza. Ma intitolare un luogo pubblico a un gerarca fascista nella città di Gregorio Agnini, primo presidente decano dell’Assemblea costituente è sempre stato considerato irricevibile.

Tanto che quando, a settanta anni dalla morte di Gino Falzoni, vennero fatti stampare e affiggere degli epitaffi in sua memoria, vennero subito imbrattati. E da allora di Falzoni non si parlò più. Fino a oggi.

 

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