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E l’abito da sposa si fa con il lino per scolare la cagliata del Grana Padano

da | Apr 23, 2019 | Curiosità | 0 commenti

E l’abito da sposa si fa con il lino per raccogliere il Grana Padano. E’ l’idea della blogger Lisa Casali, che ha postato su Instagram la storia del suo vestito

Vi svelo il mio abito da sposa in stile economia circolare La ricerca è iniziata diversi mesi fa.
Il mio sogno era trovare una stoffa unica, con una storia, legata al recupero e confezionare artigianalmente il mio abito in tutti i suoi dettagli qui in Italia. quando davvero cominciavo a disperare, finalmente è arrivata l’idea giusta, una sera per caso con amici, ci ho trovato un’amica che mi ha suggerito “perché non provi a recuperare i teli di lino usati per scolare la cagliata  del formaggio?”.
Quell’idea è stata una piccola illuminazione ed ho subito pensato ad un formaggio in particolare, soprattutto a un consorzio, a cui sono particolarmente affezionata, che ho avuto modo di conoscere da vicino negli ultimi anni e che è impegnato sul fronte della sostenibilità ambientale: il Consorzio Grana Padano.
Sono andata a trovarli, ho approfondito la storia di quei teli e ho scoperto che si chiamano “schiavini”, che sono realizzati in Italia con un lino pregiato e che hanno un ruolo importante per garantire l’altissima qualità del Grana Padano.
Il ciclo di vita di uno schiavino è di circa 15 giorni e serve per la produzione di 15 forme, ovvero di  circa 550 Kg di formaggio. A fine vita lo shiavino può essere lavato e usato per le pulizie del  magazzino, ma una cosa è certa, nessuno l’aveva mai usato per farne un abito da sposa.
Ora avevo la stoffa 100% sostenibile, mi mancava però una mano sapiente capace di trasformare quel tessuto vissuto  nell’abito per il mio matrimonio.
Grazie a un’amica, una stilista, una vera artista nell’utilizzo di tessuti  naturali e dallo stile romantico, semplice, elegante.
È stata una grande emozione quando sono arrivati gli schiavini dal Consorzio, ognuno diverso, ognuno con una storia che poteva essere letta semplicemente al tatto, una stoffa che la sarta  mi ha raccontato “le parlava”, e che sotto i miei occhi sta trasformando nel mio abito.

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