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L’OCSE boccia l’Italia

da | Apr 3, 2019 | Glocal | 0 commenti

di Andrea Lodi

Aveva iniziato Bankitalia ad inizio anno, a stimare i rischi di una recessione in Italia, con il supporto di Christine Lagarde, CEO del Fondo Monetario Internazionale, che per voce del vicedirettore generale, David Lipton, ci fa sapere che “evidenti vulnerabilità hanno lasciato l’Italia impreparata a fronte dei rischi che gravano sulla UE, dal rallentamento della crescita all’impatto del protezionismo e della Brexit”.

Con il forte rischio, continua il Rapporto, che la recessione tecnica iniziata la scorsa estate si possa trasformare in recessione economica, a causa anche delle implicazioni delle strategie politiche di bilancio dell’attuale governo, comprese quelle di un rischio di contagio globale in area UE in caso di una crisi italiana.

Il Rapporto dell’OCSE

Angel Gurria, segretario generale dell’OCSE, si è incontrato di recente a Roma con il ministro dell’economia Giovanni Tria, per presentare al governo italiano il Rapporto economico sull’Italia, il “Survey Italia 2019“. Un rapporto che conferma i timori di Bankitalia e del Fondo Monetario Internazionale, con una particolare attenzione alle politiche adottate dall’attuale governo, ritenute dall’OCSE “inefficienti per fare uscire l’Italia da una situazione di stallo”.

Nel Rapporto l’OCSE boccia soprattutto i due capisaldi delle politiche dell’attuale governo: Quota 100 e il reddito di cittadinanza. Secondo il Rapporto il governo italiano dovrebbe “abrogare le modifiche alle regole sul pensionamento anticipato” perché “Quota 100 aumenterà la diseguaglianza intergenerazionale e farà aumentare il debito pubblico”. 

Mentre il reddito di cittadinanza “rischia di incoraggiare l’occupazione informale e di creare trappole della povertà”.

“Oggi l’Italia è ufficialmente in stallo, serve un programma di riforme pluriennale”, continua Gurria, mettendo in evidenza che in Italia “il tenore materiale di vita, inteso come Pil procapite, è all’incirca allo stesso livello del 2000”.

La risposta del governo

Il ministro Tria spiega che il reddito di cittadinanza “è legato al lavoro, così si evitano gli abusi”, mentre Quota 100 “nasce da un problema di transizione collegato alla riforma delle pensioni”. Il ministro dell’interno Salvini dichiara che “Quota 100 darà un lavoro sicuro a più di 100mila giovani italiani e ne sono orgoglioso. Questo significa costruire il futuro, questa sarà vera crescita sociale ed economica”. Il premier Conte afferma che “le previsioni dell’OCSE sulla crescita sono tra le più pessimiste: sottostimano completamente l’effetto positivo sul Pil delle misure espansive che abbiamo introdotto con la legge di bilancio”.

Aumenta il disavanzo pubblico

In sostanza il rapporto dell’OCSE pone in evidenza la necessità, da parte del governo Italiano, di non soffermarsi solo su misure temporanee – che sembrano avere più obiettivi propagandistici, aggiungo io – con il forte rischio di peggiorare una situazione economica e sociale già di per sé compromessa, ma di andare oltre, di guardare al futuro con l’attuazione di quelle riforme di lungo periodo di cui si parla da tanto tempo e di cui ha effettivamente bisogno l’Italia.

Ciò che preoccupa Gurria è che una politica di bilancio così fortemente espansiva a fronte di una crescita così debole, farà lievitare il disavanzo pubblico, che passerà dal 2,1% del Pil nel 2018 al 2,5% nel 2019 e al 3% nel 2020. Il debito pubblico salirà dal 132% del 2018 al 134% del 2019 e al 135% nel 2020.

L’elevato debito pubblico italiano, superiore al 130% del Pil pone “gravi rischi per il sistema bancario la cui stabilità è stata recuperata con difficoltà”, aggiunge Gurria.  La riduzione del debito pubblico pertanto “è una priorità”.

I suggerimenti dell’OCSE

«Il bilancio 2019 persegue giustamente l’obiettivo di assistere i cittadini poveri – spiega il rapporto OCSE – ma gli effetti positivi sulla crescita dovrebbero essere scarsi, in particolare a medio termine. Il Reddito di Cittadinanza stanzia fondi supplementari significativi per i programmi di contrasto alla povertà, ma la sua efficacia dipenderà in misura cruciale da sostanziali miglioramenti dei programmi di formazione e ricerca di lavoro”.

Infatti, sebbene l’occupazione sia aumentata, è ancora tra le più basse dei Paesi dell’OCSE, in particolare per le donne. La qualità del lavoro è bassa e la differenza tra gli impieghi e le qualifiche dei lavoratori è elevata se raffrontata su scala internazionale. Il tutto inserito in un contesto dove la crescita della produttività è stata debole o negativa negli ultimi 25 anni.

Le indicazioni dell’OCSE per migliorare l’economia e la crescita:

  • la riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori a basso reddito;
  • la riduzione dei contributi fiscali a carico del datore di lavoro per favorire la partecipazione del secondo coniuge alla vita attiva;
  • l’aumento della produttività, anche per compensare il forte effetto negativo dell’invecchiamento e il calo della popolazione attiva;
  • lo sviluppo delle dinamiche d’impresa e di innovazione, anche tramite incentivi mirati legati a Industria 4.0;
  • una maggiore promozione della concorrenza, specie nei servizi professionali e pubblici locali;
  • la necessità di semplificare il Codice degli Appalti, preservando i poteri dell’Autorità anticorruzione ed elaborando un programma di sviluppo territoriale.

L’obiettivo del governo, ha sottolineato Tria, è quello di “rispettare gli impegni” e se possibile “avere un miglioramento rispetto a questi impegni”.

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