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Elezioni, a San Felice faccia a faccia tra Alessandro Fortini e Michele Goldoni

da | Mag 19, 2019 | San Felice sul Panaro | 0 commenti

Si è tenuto sabato 18 maggio il faccia a faccia tra i due candidati sindaco di San Felice sul Panaro. Si tratta di Alessandro Fortini, che corre per la lista civica Insieme per San Felice, e di Michele Goldoni, sostenuto da Noi Sanfeliciani.

L’appuntamento ha avuto una notevola risposta dal pubblico: a centinaia i sanfelicani sono arrivati, sotto la pioggia, in un auditorium che a fatica è riuscito a contenere tutti. Putroppo in questi giorni tra le iniziative del teatro e quelle del balletto, il Pala Round Table, più capiente, non era disponibile e, quando lo era, non è stato possibile far incrociare le agende dei candidati.

Ecco le principali domande che sono state poste a entrambi candidati e la cronaca delle loro risposte.

Cosa propone per ridurre la criminalità e aumentare il senso di sicurezza tra i suoi concittadini?

Fortini ha ricordato come ci sia in campo il progetto per la nuova caserma dei Carabinieri di via La Venezia. L’idea era che il Comune la desse all’Arma in uso gratuito per i primi 6 anni per poi ritornare dell’investimento nell’arco di 35-40 anni. E’ un tema che però va affrontato a livello statale, e bisogna insistere con il lavoro di mediazione dei parlamentari che sono a Roma. Ha spiegato che per creare un maggiore senso di sicurezza occorre rafforzare l’organico della Polizia Municipale, completare l’installazione delle telecamere, incentivare la diffusione del controllo di vicinato. Un progetto che ha voluto ricordare è stato quello del recupero della stazione dei treni in cui è stata insediata la sede dell’Auser. Sempre lì – ha annunciato Fortini – c’è un progetto di rivitalizzare il bar della stazione.

Goldoni ha spiegato che occorre investire pesantemente sulle pattuglie che presidiano il territorio. Se gli organici delle forze di polizia – ha ricordato – hanno il turn over bloccato da 15 anni, come si può garnatire un efficace controllo del territorio, specie di notte? Goldoni ha citato anche il caso della sede della Polizia a Mirandola, che attende da anni che il progetto diventi realtà, e ha lanciato l’idea di chiedere una tenenza anche sul nostro territorio.
Progetti di videosorveglianza, sì, da collocare nei punti giusti e con la tecnologia adeguata, ed incentivare il controllo di vicinato.

Strade e traffico. Ha delle proposte di realizzazione immediata su questo tema?

Goldoni propone di investire maggiormente sulle piste ciclabili. La mobilità green e dolce può essere anche una progettualità in chiave economica e turistica, visto che a San Felice possiamo contare anche su una stazione dei treni.
Ha citato il progetto di Cispdana, ricordando che se ne parla dal 1963 e viene rispolverato in occasione di ogni campagna elettorale. Occore che la Regione chiarisca se vuole davvero portarlo a termine oppure no.

Fortini ha ribadito che sposa il progetto di Cispdana così com’è, quindi un progetto di autostrada a pedaggio, Il rischio  – ha ricordato – è che altrimenti si riparta da zero. Ha argomentato che sarà possibile, per San Felice, aprire un confronto sulle opere collaterali, ad esempio sulla complanare o sulle fasce di rispetto.
Riguardo le proposte, ha spiegato che per il centro storico sono già a disposizione le risorse per lavorare sia per interventi sotto il manto stradale che per il piano stradale vero e proprio. L’idea è che sia la cittadinanza a decidere come usarli, nell’ambito di progetti partecipati come quello che è stato realizzato ad esempio in largo Posta.
Propone inoltre di aumentare le piste ciclabili e, per quanto riguarda le strade extraurbane, di proseguire per  la manutenzione. Ha infine annunciato che vorrebbe intervenire sull’area tra via Ascari e via Puviani per mettere in sicurezza l’incrocio che porta alla stazione.

Quali sono le sue idee per migliorare l’ambiente, dal contrasto agli abbandoni di spazzatura all’inquinamento industriale?

Fortini ha difeso le politiche ambientali messe in campo fino ad ora spiegando che sulla spazzatura qui c’è un costo medio di smaltimento di 256 euro a tonnellata, mentre altrove la media è di 326 euro. Inoltre, con una media a famiglia di 130 euro a testa, qui a San Felice ha sostenuto che paghiamo tariffe basse rispetto a quanto accade altrove. Vero, c’è chi butta la spazzatura nei fossi: occorre un ampio progetto educativo, inserire fototrappole e aumentare la pulizia nei fossi.
Ma non si torna indietro, anzi. A fine estate saranno tolti dalle strade i cassonetti gialli e verdi e anche plastica e vetro saranno raccolti porta a porta. Un progetto che vorrebbe portare a San Felice è quello del laboratorio riuso e riciclo, proposto dalle associazioni, su modello di quello realizzato a Medolla.

Goldoni ha osservato che le tariffe non sono poi così basse, e che occorre aprire su questo un confronto con Aimag. Anche perché proprio l’alto costo di smaltimento dell’indifferenziato potrebbe essere la causa degli abbandoni di questi rifiuti. Ci deve essere comunque un ampio progetto di sensibilizzazione dei cittadini, perché l’obiettivo è comunque produzione zero di rifiuti indifferenziati. E su questo occorre lavorare anche coi bambini, per far sì che gli uomini di domani siano più attenti e consapevoli.
Goldoni lancia poi l’idea di un piano comunale di rimboschimento e tutela del verde, e bacchetta la Giunta uscente sulla questione amianto. Quel cumulo di rifiuti pericolosi che è rimasto al Polo Industriale andava affrontato meglio nel 2012. Il Comune avrebbe dovuto costringere la ditta che ha depositato quell’amianto a smaltirlo, e a smaltirlo subito. Invece ora del problema se ne deve fare carico la comunità tutta.

Cosa ha imparato da questa campagna elettorale?

Goldoni ha spiegato che è stata notevole la partecipazione dei cittadini alla campagna elettorale, Ha osservato che c’è voglia di darsi da fare, e che queste energie vanno veicolate in progetti concreti di interfaccia con l’amministrazione. Per questo ha proposto la creazione di una Consulta per i giovani, una Consulta per il volontariato, una Consulta per l’agricoltura e realtà simili. Inoltre ha lanciato l’idea di un Consiglio comunale dei bambini e di ripristinare la Carta dei Servizi del Comune.

Fortini ha raccontato come i temi più caldi per i cittadini che ha incontrato nella sua campagna elettorale riguardano la sanità e lo sviluppo economico, e ha ripercorso il viaggio che dal 14 marzo, quando ha presentato al sua candidatura, lo ha portato qui oggi. “Ero timoroso inzialmente, ma quel timore si è trasformato in energia, ho capito  – ha detto – che le persone hanno bisogno di guardare in alto, avere prospettive di lungo termine, sentire parlare di progetti e di valori”.

Quale sarà il primo atto se diventa sindaco?

Fortini ha detto che vuole improntare il suo stile all’ascolto empatico. A volte, ha spiegato, i cittadini che vengono in comune chiedono cose che l’Amministrazione non è in grado di fornire. Ma se il cittadino capisce che c’è ascolto empatico, non va via a mani vuote, e il rapporto con l’Amministrazione non è a rischio.

Goldoni ha annunciato che punta sulla ricostruzione, che deve essere realizzata al più presto possibile e in modo migliore di quanto è stato fatto finora. Per questo serve sostenere in modo forte l’Ufficio tecnico del Comune, e aprire un rapporto migliore con i tecnici , per aiutarli e fornire le risposte giuste. Il centro storico deve avere nuova vita.

L’APPELLO AL VOTO

Fortini ha spiegato che nella sua squadra c’è il mix giusto tra persone esperte e competenti e giovani che portano entusiasmo ed energia. “Abbamo un progetto amministrativo forte  – ha rivendicato – vogliamo provarci fino in fondo e la promessa è che lo faremo insieme. Se facciamo tutti inseme, siamo più forti. Noi siamo quello che avete visto in campagna elettorale, con la nostra competenza, la nostra capacità di ascolto e l’apertura alla partecipazione”.

Goldoni – che ha promesso se eletto sindaco si metterà in aspettativa dal suo lavoro di poliziotto per essere in Comune a tempo pieno –  invita a mettere da parte le ideologie politiche, ricordando che “noi siamo liberi dai diktat delal politica e dalla decisioni che vengono calate dall’alto”. Esige che la Bassa abbia la dignità e i servizi che merita, vedi quel che sta accadendo all’ospedale di Mirandola. “Noi rappresentiamo il 2,5% del Pil e abbiamo diritto ad avere gli stessi servizi dei cittadini di Modena e di Sassuolo”. Ha sottolienato che a San Felice ci sono tante persone che si dedicano al volontariato, e a queste specificità bisogna dare voce, propnendo ad esempio la creaizone di una Pro Loco “anche per portare l’immagine di San Felice all’estero, perché se lo merita”, ha reclamato facendo un paio di esempi di cose da valorizzare in campo alimentare:  il nostro salame e la nostra pera.

 

 

 

 

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