A Massa Finalese sabato 18 maggio 2019, alla presenza delle autorità Comunali di Finale Emilia e di Costabissara, provincia di Vicenza, resi gli onori militari, con l’esecuzione del silenzio, alla presenza del colonnello Ferdinando Marchesi con i gruppi Alpini Mirandola, Carpi e San Prospero (sezione Modena), San Giovanni in Persiceto (sezione Bolognese Romagnola) affiancati con le rappresentanze d’arma dei Bersaglieri di Finale Emilia Mirandola e Bologna con i marinai d’Italia delle locale sezione, si è svolta presso il cimitero di Massa Finalese, la cerimonia di comiato per i resti mortali dell’Alpino Vittorio Girolimon, deceduto nel dicembre 1918 presso l’ospedale cittadino a seguito dell’epidemia di influenza (spagnola) La salma ha ricevuto un mazzo di fiori offerto da una mamma che ha preferito rimanere anonima
Il feretro ha poi proseguito per il cimitero di Costabissara sua terra natia, dove, nella giornata di domenica 19 Maggio c’è stata la commemorazione ufficiale per il rientro a casa a Costabissara Vicenza.
A cura dei
Gruppi Alpini San Prospero, Mirandola, Carpi
Parla il sindaco di Finale Emilia, Sandro Palazzi
Oggi abbiamo reso omaggio al corpo di un Alpino, Vittorio Girolimon di Costabissara, Comune del Vicentino, sepolto da 100 anni nel cimitero di Massa Finalese, deceduto nel dicembre 1918 dopo malattia contratta al fronte.
Dopo 100 anni e grazie alla ricerca di persone che hanno dedicato tempo e generosità per riportare i soldati nella loro terra di origine, Vittorio Girolimon, 20 anni potrà tornare a casa. Domani infatti verrà tumulato, e per sempre, dopo tutti gli onori militari che si merita presso il locale cimitero del suo paese che ha dovuto lasciare per il fronte e combattere.
È stato per me, ma credo per tutti i presenti, un momento molto emozionante commemorare la memoria di un giovane sconosciuto, ma terribilmente vicino per i valori che tutti noi condividiamo, l’amore e la difesa della nostra identità, la tradizione, la storia, la nostra Patria.
Vittorio, soldato semplice, va ricordato anche per questo, oggi si è detto, tra le parole commosse di chi ha voluto parlare che “chi non ricorda la nostra storia, le nostre radici, non potrà avere un futuro”