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Domenica 9 giugno a San Possidonio fa tappa Effetto musica

da | Giu 9, 2019 | San Possidonio | 0 commenti

SAN POSSIDONIO –

Domenica 9 giugno, alle ore 21, il Centro Sociale Ricreativo La Bastia di San Possidonio (via Togliatti 34) ospita “Oltreconfine: vite in bilico”, un reading-concerto dedicato al tema epocale, e molto presente nel dibattito pubblico di oggi, delle migrazioni. L’ingresso è libero.
La serata, proposta dalla compagnia SquiLibri, vedrà sul palco Stefania Delia Carnevali, Eleonora De Agostini e Francesco Rossetti e Luca Zirondoli insieme ai musicisti Lucio Cavallari (electronics), Matteo Pellegrini (chitarra e basso con loopstation) e Vittorio Zelocchi (violoncello), che hanno composto musiche originali per l’occasione.
Si tratta del secondo appuntamento per la rassegna concertistica dei Comuni Modenesi Area Nord, “Effetto Musica Mediterraneo, in collaborazione con la Biblioteca Irene Bernardini di San Possidonio.
Le musiche intrecciano suggestioni sonore che provengono da varie parti del pianeta, pur partendo dal bacine del Mediterraneo. Tabla, percussioni etniche, echi dal Nord Africa vengono rielaborati dal vivo con loop, elettronica, campionamenti di suoni ambientali, per sforare nel calypso e nella rumba.
I testi spaziano da “Exit West” del pachistano Mohsin Hamid a “Sozaboy” del nigeriano Ken Saro Wiwa, da “La speranza e altri sogni pericolosi” della marocchina Laila Lalami a “In altre parole” della indo-americana (e premio Pulitzer) Jumpha Lahiri, passando per i nostri Davide Enia(“L’assedio”) e Alessandro Leogrande (“Frontiera”). In saletta anche testi del poeta cagliaritano Andrea Ivaz Melis e la celebre relazione dell’ispettorato per l’immigrazione al Congresso Americano del 1912 che metteva in guarda contro gli immigrati italiani.
 
“Attraversare mezzo mondo per ritrovarsi in Europa”, scrive Leogrande, alla cui memoria la serata viene dedicata, “non è solo un fatto geografico, non riguarda soltanto le dogane, le polizie di frontiera, i passeurs, gli scafisti, i trafficanti, i centri di detenzione, le navi militari, i soccorsi, gli aiuti, i tir, le corse e le rincorse, gli stop e i respingimenti. Non riguarda tutto questo, benché tutto questo possa coincidere, per molti, con l’evento saliente della propria esistenza. Ha a che fare innanzitutto con se stessi. Saltare i muri è innanzitutto un’esperienza individuale.
Alla base di ogni viaggio c’è un fondo oscuro, una zona d’ombra che raramente viene rivelata, neanche a se stessi”.

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