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Quel filo rosso tra l’orrore di Bibbiano e i 16 bimbi di Mirandola e Massa che vennero tolti alle famiglie

da | Giu 28, 2019 | Mirandola, Finale Emilia | 0 commenti

Quel filo rosso tra l’orrore di Bibbiano e i 16 bimbi di Mirandola e Massa che vennero tolti alle famiglie. La politica vuole vederci chiaro per quello che appare l’ennesimo caso in cui si lucra sulla pelle dei bambini e sugli affidi.

“Operazione Angeli e Demoni” \ PLATIS (FI): “Anche l’Unione Area Nord si serviva del centro di Bibbiano. I nostri Servizi condividevano la prassi? Chiediamo nuovamente al Ministero l’invio degli ispettori.”.

L’operazione Angeli e Demoni condotta a Reggio Emilia ha un legame diretto con la bassa modenese: anche i Servizi di Mirandola – tuona Platis – hanno utilizzato quel centro di Bibbiano.

Dal 2017 abbiamo iniziato a presentare richieste di accesso atti sulla “strana” convenzione tra l’Unione Area Nord e il centro super specialistico dell’Unione Val d’Enza: “La Cura – Centro sperimentale di sostegno ai minori vittime di violenza, maltrattamento e abuso sessuale”. Il motivo di questo interessamento – racconta Antonio Platis, consigliere provinciale di Forza Italia – era l’anomalo filo conduttore che legava Mirandola e Bibbiano. Tra queste due realtà non esistono punti di incontro e neppure rapporti. L’unica cosa che stonava era l’appartenenza di entrambi i Servizi Sociali al CISMAI, il cui nome è legato anche alla tragica sorte dei 16 bambini strappati tra il 1996 e il 1998 a diverse famiglie della bassa modenese.

Da qui sono partite le interrogazioni e le richieste di chiarimenti per questa insolita collaborazione che permetteva all’Unione Area Nord di inviare minori vittime di abusi e al Centro di incassare la tariffa oraria di 135 euro per il supporto psicologico, oltre ad un forfetario mensile di 50 euro per ogni minore (ridotti a 45, quando i minori superano il numero di tre).

Dallo studio delle carte – racconta Platis – abbiamo trovato un’anomalia. Nei cassetti dei Servizi Sociali della bassa c’erano i preventivi non del Centro gestito dall’Unione Val d’Enza ma su carta intestata della onlus Hansel e Gretel di Moncalieri (Torino). Seconda stranezza, visto che anche questa realtà ha avuto un ruolo di primo piano nella vicenda ‘Covezzi’. Anche nel 2018, a domanda precisa posta dal sottoscritto in Commissione Unione Area Nord, è emerso che, per gli attuali Servizi Sociali, il centro di Bibbiano fosse una vera e proprio eccellenza.

Stando alla convenzione firmata nel 2017 ed approvata dal Presidente UCMAN Luca Prandini con delibera 30/2017 è prevista “la partecipazione attiva della nostra Unione ai momenti di scambio e confronto organizzati dal Centro la Cura per condividere prassi, responsabilità, modalità di lavoro ed individuare celermente eventuali criticità;(…)la disponibilità a costruire una rete di collaborazioni con associazioni ed enti: ad oggi è attivo il partenariato con le associazioni Hansel e Gretel onlus, Casina dei bimbi onlus e Sentire le voci;”.

Quindi – si interroga Platis – i nostri Servizi Sociali hanno pure condiviso la prassi di queste persone, oggi formalmente accusate ed arrestate? Quali altre collaborazioni sono state messe in campo con queste associazioni? I nostri Assistenti sociali sono stati formati da questi soggetti?

Forza Italia, da sempre al fianco di questa battaglia a tutela dei minori, chiede nuovamente l’invio degli ispettori ministeriali, come avanzato a novembre 2018 dal senatore Enrico Aimi. Il Governo non può più girarsi dall’altra parte.

Minori. Il presidente Bonaccini: “Fatti ignobili, se accertati punire i colpevoli senza sconti per nessuno.Regione parte lesa, ci costituiremo parte civile. Ma non accetto speculazioni politiche”

L’inchiesta ‘Angeli e demoni’ nel reggiano. Il presidente della Regione: “Benissimo le indagini e grazie al lavoro degli inquirenti. No a chi discredita migliaia di operatori del sistema socio-educativo, persone serie e preparate, patrimonio comune di questa terra”

Bologna – “Fa molto male leggere di persone che, incaricate di svolgere servizi pubblici delicati e cruciali, potrebbero aver abusato del proprio ruolo per far cose ignobili. Non sarebbe accettabile. Quei servizi esistono proprio per tutelare i bambini, soggetti già fragili in sé, quando si trovano in condizioni difficili o insostenibili. Questa cosa ha a che fare con l’idea stessa di civiltà e umanità che ognuno di noi ha, o dovrebbe avere, come patrimonio comune”.Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, sottolinea come l’inchiesta “Angeli e demoni”, nel reggiano, “stia prefigurando un quadro che, se venisse confermato, disegnerebbe contorni allucinanti, del tutto fuori dal sistema socio-educativo e di tutela dei minori dell’Emilia-Romagna. Non c’è bisogno di ricordare come i servizi per l’infanzia di questa Regione siano considerati tra i più avanzati d’Europa e del mondo e per questo presi a riferimento. Non posso accettare speculazioni, né chi discredito sull’operato quotidiano di migliaia di operatori, patrimonio comune di questa terra a prescindere da qualsiasi connotazione di parte”.

Ma, prosegue, “voglio dirlo chiaramente: benissimo le indagini e grazie davvero al lavoro degli inquirenti. Se un tribunale proverà reati e identificherà colpevoli, confido che le condanne siano esemplari e non ci siano sconti per niente e nessuno. E noi tuteleremo la Regione fino in fondo, che con i suoi bambini e i suoi cittadini, i suoi servizi e i suoi operatori sarà in quel caso sarà parte offesa. Così come nell’ambito del procedimento ci costituiremo parte civile”.

“No però a teoremi o insulti che colpiscono un intero territorio, una comunità, i suoi servizi. Alcune dichiarazioni lette oggi sono irresponsabili e volgari perchè offendono non me, ma tutto questo e migliaia di persone. Usare toni diffamatori verso chi ogni giorno lavora nei servizi per i bambini dell’Emilia-Romagna è ignobile: è gente seria, operatori preparati che lavorano con dedizione e professionalità. Se qualcuno ha commesso reati sarò il primo a chiedere che paghi in maniera esemplare. La magistratura indaghi fino in fondo- chiude Bonaccini– si accerti la verità, si puniscano i colpevoli, ripeto: senza sconti per nessuno”.

Affidi illeciti nel reggiano. Operazione “Angeli e demoni”, l’assessore Venturi: “La gravità delle accuse lascia attoniti: determinati a garantire, per quello che ci compete, i diritti dei bambini. Sia chiaro: se i reati venissero confermati, è evidente che la Regione sarebbe parte offesa. E i delinquenti andranno puniti”

Rispetto per l’attività degli inquirenti, no a strumentalizzazioni sull’infanzia e sul lavoro di migliaia di professionisti delle strutture socio-sanitarie

Bologna – “Ciò che sta emergendo dall’operazione dei Carabinieri in corso nel reggiano sul tema affidi familiari ha contorni che, se confermati, sarebbero di una gravità inaudita. In quel caso, è chiaro che la Regione si troverebbe ad essere parte lesa. E, soprattutto, in quel caso, la Regione si aspetta che i delinquenti siamo puniti severamente, come meritano”

E’ quanto afferma Sergio Venturi, assessore regionale alle Politiche per la Salute, a proposito dell’operazione coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio Emilia su presunti reati legati alle procedure di affido di minori.

“Non è mia abitudine esprimere giudizi affrettati su vicende la cui evoluzione è in corso- continua l’assessore alla Salute- Questo è il momento di dimostrare rispetto e fiducia in chi sta conducendo le indagini, e in chi sarà chiamato a giudicare i comportamenti individuali. Certo, da quello che leggo sulle note d’agenzia, si sta parlando di fatti che vanno oltre il limite dell’umana comprensione”.

“Voglio solo dire- prosegue Venturi- che l’Emilia-Romagna, e l’area reggiana in particolare, è sempre stata culla e anticipatrice di politiche educative rivolte all’infanzia. Politiche che hanno fatto scuola, nel mondo. Quindi, per il rispetto che va portato alle migliaia di professionisti che ogni giorno lavorano con impegno e competenza nelle strutture socio-educative di questa regione, mi auguravo che non vi fossero tentativi di strumentalizzare e generalizzare quanto sta accadendo: naturalmente, invece, non manca chi – anche con ruolo istituzionalmente rilevante – lo sta già facendo”.

“Rispetto per il lavoro di tutti- conclude l’assessore alla Salute- a fianco di chi sta conducendo l’indagine. Determinati a garantire, e a fare tutto quello che sarà necessario, affinchè i diritti dell’infanzia non siano messi in discussione, specialmente se si sta parlando di bambini che, a volte, hanno purtroppo già alle spalle esperienze difficili”

STEFANO BARGI: “ANGELI E DEMONI: ENNESIMO CASO IN EMILIA ROMAGNA. LA POLITICA ORA DEVE RISPONDERNE”

“Bambini trattati come oggetti per alimentare un business tragico che ha stravolto la vita di centinaia di famiglie. E gravissima la situazione emersa dall’inchiesta Angeli e Demoni, ma come sappiamo bene nella nostra regione non è il primo caso. Questa volta la politica non potrà tirarsi indietro: come già facemmo dopo l’inchiesta Veleno ci spenderemo per garantire che la verità emerga pienamente e si individui al più presto, estirpandola, la radice di questo sistema che ha distrutto già tante vite”.

Così il capogruppo lega Nord in Regione Emilia Romagna interviene sull’inchiesta Angeli e Demoni

“I risultati delle indagini nei loro risvolti più tragici mostrano ancora una volta un volto della nostra regione e in particolare della gestione dei sistema che afferisce ai Servizi Sociali particolarmente inquietante”.

Per Bargi “è importante questa volta non sorvolare sui rapporti che questo sistema ha avuto o ha con la politica. E’ inutile nascondersi dietro ad un dito: i servizi sociali, così come le case famiglia e tutti gli attori che dovrebbero supportare le famiglie e che invece in questo caso le distruggevano, afferiscono all’area politica che nei nostri territori ha sempre gestito le amministrazioni, intessendo peraltro strettissimi legami con il terzo settore”, insiste il capogruppo.

“Questa ultima indagine induce l’atroce sospetto che il meccanismo malato che ha alimentato gli interessi di qualcuno possa aver attecchito anche altrove e che possa essere più diffuso di quanto si potrebbe ipotizzare”. Proprio per fugare questi atroci dubbi “chiediamo fin da ora alla Regione, ai Comuni e alle Asl di attivarsi d’ora in poi in senso preventivo e di farsi controllori di un sistema delicatissimo che, come abbiamo visto, si può facilmente trasformare da assistenziale a persecutorio”.

“ANGELI E DEMONI”, SOTTOSEGRETARIO MORRONE: “BONAFEDE SOSTENGA PROPOSTA LEGA”

ROMA, 27 GIU – “I particolari che emergono dall’inchiesta “Angeli e demoni” fanno orrore. Chiedo al ministro Bonafede di sostenere la proposta di legge Lega – elaborata d’intesa col Ministro Fontana – per l’istituzione della commissione di inchiesta sulle comunità familiari che accolgono minori.
Ritengo infatti doveroso che il Ministero della Giustizia dia un fattivo contributo su questo tema, mettendo al primo posto la necessità per i minori di crescere nella propria famiglia d’origine, al centro della nostra iniziativa normativa. L’allontanamento dalla famiglia di origine deve sempre essere una extrema ratio”. Così il sottosegretario alla Giustizia Jacopo Morrone.

Inchiesta Angeli e Demoni, Sen. Aimi (FI): “Vicenda raccapricciante, ora si vada fino in fondo”
Quanto emerso dall’inchiesta “Angeli e Demoni” condotta dagli inquirenti a Reggio Emilia ha messo in luce un sistema raccapricciante, da film dell’orrore, che rischia purtroppo di essere solo la punta di un gigantesco iceberg. Si parla di modalità di azione odiose, sconcertanti, di un sistema consolidato che, negli anni, ha trovato appoggio in quella rete di servizi sociali che invece avrebbe dovuto proteggere i nostri bambini e ragazzi. Uno scempio che oggi si ripercuote, con conseguenze gravissime, sulla vita di quegli adolescenti illegittimamente sottratti alle loro famiglie e collocati in altre affidatarie non adeguate al ruolo, come gli inquirenti hanno messo in evidenza. Il pensiero non può non correre, per gli inquietanti parallelismi, all’inchiesta giornalistica “Veleno” che ha fatto luce sull’allontanamento di sedici bambini dalle loro famiglie naturali, avvenuto nella bassa modenese negli anni Novanta. Bambini che, una volta adulti, avrebbero raccontato di essere stati indotti a inventare i fatti per i quali le famiglie vennero poi accusate. Una vicenda che, a distanza di vent’anni, grida ancora vendetta. Ed è per questo che tutte le Istituzioni, in un sussulto di dignità, oggi hanno il dovere di non far cadere il silenzio su questa e su altre vicende simili, come quella agghiacciante del ” Forteto” in Toscana in cui una parte della sinistra c’ha lasciato incautamente le proprie impronte digitali. Va fatta “pulizia” immediata, avviando ogni verifica del caso, ma va anche completamente ripensato il sistema di tutela dei minori. Perché mai più si debba avere a che fare con simili inaccettabili orrori.

DELMONTE (LEGA): “OPERAZIONE “ANGELI E DEMONI”: POLITICI E AMMINISTRATORI CHE RISULTERANNO COINVOLTI DOVRANNO PAGARE CARO!”

Il consigliere regionale della Lega, Gabriele Delmonte: “Una vicenda terribile e vergognosa che, sul piano politico, dimostra ancora una volta (dopo lo scandalo che travolse lo scorso anno la Polizia Locale) che gli enti di secondo livello come l’Unione dei Comuni della Val d’Enza sono troppo lontani dai cittadini e dal loro controllo: sono enti in mano alla politica e, come in questo caso, ai suoi interessi”

“Una vicenda terribile per le piccole vittime e le loro famiglie, e vergognosa per questi “orchi carnefici” che, accecati dalla bramosia di denaro, hanno infangato e ridotto a macabro business quello che è il legame più puro e autentico in natura, ovvero quello che lega genitori e figli”.

Il consigliere regionale della Lega, nonché capogruppo d’opposizione in Comune a Montecchio, Gabriele Delmonte, commenta così l’operazione “condotta in modo egregio, silenzioso ed efficace dalla Procura reggiana e dai Carabinieri” a seguito della quale diciotto persone, tra politici, medici, assistenti sociali, liberi professionisti, psicologi e psicoterapeuti di una Onlus di Torino sono stati raggiunti da misure cautelari. Al centro dell’inchiesta “Angeli e Demoni”, coordinata dal sostituto procuratore Valentina Salvi, la rete di servizi sociali della Val D’Enza, accusata di aver redatto false relazioni per allontanare bambini da famiglie e collocarli in affido retribuito da amici e conoscenti. Quello ricostruito dagli investigatori è un giro d’affari di centinaia di migliaia di euro. Tra le contestazioni emergono “lavaggi del cervello” ai minori in sedute di psicoterapia, anche con impulsi elettrici per “alterare lo stato della memoria”. Tra i reati contestati frode processuale, depistaggio, abuso d’ufficio, maltrattamento su minori, lesioni gravissime, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione, peculato d’uso.

Agli arresti assistenti sociali e psicoterapeuti di una nota Onlus di Torino (la Hansel e Gretel che ha una base importante in Val d’Enza), e il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti, in qualità di delegato ai servizi sociali dell’Unione dei comuni della Val d’Enza. Sei persone sono agli arresti domiciliari: oltre a Carletti, la responsabile del Servizio Sociale Integrato dell’Unione comuni della Val d’Enza, la coordinatrice del medesimo servizio, una assistente sociale e due psicoterapeuti della Onlus.

“Oltre ad esprimere solidarietà voglio anche ringraziare, come uomo prima ancora che come politico, i genitori delle “giovanissime” vittime, che in tutti questi mesi hanno lottato, mai domi di fronte all’ingiusta sottrazione dei loro figli, e che, grazie alle loro denunce, hanno portato all’operazione odierna” sottolinea l’esponente leghista.

Ma sia chiaro che: “Stante la presunzione di innocenza di ogni indagato, qualora venissero acclarate responsabilità di politici e amministratori pubblici, mi auguro che la pena possa essere durissima, soprattutto in considerazione del loro ruolo di rappresentanti di comunità, le quali nulla hanno a che fare con questa orrenda vicenda in cui business, malaffare, spregiudicatezza e assoluta mancanza di senso etico si mischiano in un cocktail che sortirà effetti devastanti sulle vite future di queste vittime innocenti. Tant’è che, non è nemmeno passato un anno dallo scandalo che travolse la Polizia Locale – attacca Delmonte – che ancora una volta l’Unione dei comuni della Val d’Enza viene travolta da una vicenda gravissima: è la dimostrazione che l’Unione dei Comuni va resettata. Gli enti di secondo livello, come l’Unione dei comuni della Val d’Enza, sono troppo lontani dai cittadini e dal loro controllo: sono enti in mano alla politica ed ancora una volta, come in questo caso, ai suoi interessi”.

Raffaella Sensoli, consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle, depositerà una richiesta di audizione in Commissione di servizi sociali e AUSL. “Bibbiano è solo un caso isolato?”.

 

“Il quadro delineato dalle indagini che hanno portato agli arresti domiciliare il sindaco di Bibbiano è davvero inquietante. Una situazione che, purtroppo, sembra ricalcare in parte ciò che accadde a Modena anni fa e che recentemente è stato portato a galla da un’inchiesta giornalistica. A questo punto crediamo che la Regione non possa far finta di non vedere. Evidentemente c’è qualcosa nel sistema dei servizi sociali, e in quello delle ASUL che si occupano di minori, che deve essere approfondito. Per questo depositeremo al più presto una richiesta di audizione in commissione. Quello che vogliamo capire è come sia stato possibile far nascere e proliferare un sistema così squallido e vergognoso come quello di Bibbiano. Chi doveva controllare evidentemente non lo ha fatto”. È questo il commento di Raffaella Sensoli, consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle, riguardo all’inchiesta sulla rete dei servizi sociali della Val D’Enza, accusati di aver redatto false relazioni per allontanare bambini dalle famiglie e collocarli in affido retribuito da amici e conoscenti, e che ha portato agli arresti domiciliari anche il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti del Partito Democratico. “Ovviamente un grande ringraziamento va ai carabinieri del nucleo operativo di Reggio Emilia che hanno portato avanti con grande professionalità una indagine complessa e molto delicata – conclude Raffaella Sensoli – Purtroppo c’è l’amarezza nel constatare che la rete di controlli messa in atto da AUSL e Regione ancora una volta non ha funzionato. Ecco perché crediamo sia necessario che la Giunta faccia immediata e assoluta chiarezza su questo caso anche per sgombrare il campo da ogni dubbio che possano esistere altri casi in Emilia-Romagna come quello scoperto dagli inquirenti a Bibbiano”.

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