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Soliera, Cristina Po bacchetta don Antonio

da | Giu 10, 2019 | Soliera, In primo piano | 0 commenti

SOLIERA – La politica dovrebbe stare lontano dagli altari, ma così non è come ha dimostrato la recente vicenda di don Ermanno Caccia, parroco di Mortizzuolo, rimosso dal suo incarico di direttore del settimanale diocesano ‘Notizie’ di Carpi, dopo un articolo sulle recenti elezioni europee in cui manifestava particolare apprezzamento per il risultato della Lega.

La vicenda, però, ha un seguito e porta la firma di Cristina Po, candidata sindaca del centrodestra a Soliera alle ultime amministrative, che sui social bacchetta don Antonio Dotti, parroco di Limidi di Soliera che all’indomani della vicenda che ha visto protagonista il suo collega così scriveva sui social: “Mi dissocio dall’opportunità e dal contenuto dell’articolo di don Ermanno Caccia in favore di Matteo Salvini apparso purtroppo sul settimanale diocesano. Quello che scrive non rappresenta in alcun modo il pensiero della Chiesa e dimentica di elencare molti comportamenti palesemente anti-evangelici del capo della Lega: dal mancato rispetto dei diritti umani dei naufraghi ai 49 milioni sottratti all’erario”.

Secondo l’esponente leghista, don Dotti “predica bene e razzola male” visto che sui suoi canali social farebbe la stessa cosa di don Caccia, ma da un altro punto di vista. Scrive Cristina Po:

sbirciando sulla sua pagina Facebook, che è pubblica e visibile da chiunque, non si può non notare il suo disprezzo e l’antipatia nei confronti della Lega, del suo segretario e delle sue politiche, con un profluvio di post di ogni genere, da condivisione di articoli di giornale sul tema dell’immigrazione, a vere e proprie fake news e anche qualche volgarità. Post pubblicati negli ultimi giorni, ma, fatto grave, pure in periodo pre elettorale. Quindi due pesi e due misure: critica a un sacerdote ”pro-Salvini”, ma debordante campagna ”anti-Salvini”.
Manifesto la mia totale disapprovazione verso chi, come lei, veste gli abiti del sacerdote e dal suo pulpito virtuale (ma a dire il vero pure dal suo pulpito reale, in parrocchia di Limidi…) lancia messaggi politici inequivocabili, volti a criticare una parte politica a lei avversa. Non è sicuramente opportuno, un sacerdote dovrebbe essere sempre una figura super partes, e non è di sicuro rispettoso nei confronti dei suoi parrocchiani che hanno idee politiche differenti. E che, mi creda, sono in tanti, ne ho avuto testimonianza diretta, e tutti esprimono il mio stesso disappunto.

Io penso che un pastore di anime debba guidare il suo gregge, vigilando, vegliando, aiutando, sostenendo nelle difficoltà, ma non indirizzandolo verso questo sentiero piuttosto che quell’altro a sua discrezione.

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