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Affidi, giudice minori: “Procura non segnalò falsità”

da | Lug 29, 2019 | Cronaca | 0 commenti

“Non corrisponde al vero che la Procura di Reggio Emilia abbia mai segnalato falsità poste in essere dai Servizi Sociali, ovvero che abbia mai fatto richieste o dato indicazioni di alcun genere perché i decreti del tribunale dei minori non fossero eseguiti e neppure che la relazione dei servizi sociali sia stata tenuta in particolare considerazione da parte del tribunale dei minori, che ha agito con la dovuta attenzione valutando tutti gli elementi a disposizione”. Lo dice, in una dichiarazione, il giudice del tribunale dei minori di Bologna Mirko Stifano.
Il magistrato replica così alla notizia secondo la quale la procura di Reggio Emilia avrebbe avvisato il tribunale dei minorenni della falsità delle relazioni dei servizi sociali della Val d’Enza per impedire, nello scorso novembre, l’allontanamento dalla famiglia di un bambino, coinvolto nell’inchiesta ‘Angeli e demoni’, dai genitori.
Nella lettera della procura reggiana, invece, “si riferiva unicamente che non erano emerse condotte penalmente rilevanti poste in essere dal padre a danno del nucleo familiare”.
Il bambino, ricorda Stifano, è tornato alla famiglia, su disposizione del tribunale stesso, il 13 maggio, ben prima, cioè, delle ordinanze del gip sull’inchiesta ‘Angeli e demoni’.
“Ho già dato mandato al mio difensore per la tutela in ogni sede della mia onorabilità”, ha aggiunto.

“L’intervento del tribunale dei minori, per legge in composizione collegiale – dice Stifano – è
stato inizialmente disporre l’accoglienza del minore assieme alla madre, che ha accettato, in adeguato ambito protetto, mantenendo i rapporti con il padre sotto vigilanza. Pertanto non corrisponde a verità che il minore sarebbe stato allontanato dai genitori e rinchiuso in una struttura.
“Dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Reggio Emilia Valentina Salvi – prosegue – è giunta al tribunale una nota datata 21 novembre, nella quale si riferiva unicamente che non erano ‘emerse condotte penalmente rilevanti poste in essere’ dal padre ‘a danno del nucleo familiare’. Una missiva falsamente descritta come l’informativa che portava a conoscenza il tribunale della falsità delle relazioni degli assistenti
sociali. Come noto l’affermazione circa l’esclusione di fatti di rilevanza penale da parte dal pubblico ministero non esaurisce le valutazioni a tutela dei bambini alle quali è tenuto il Tribunale per i minorenni, il quale è chiamato anche a verifiche di diversa natura. Invero la decisione del tribunale è stata assunta anche a seguito delle plurime audizioni dirette del padre nelle quali lo stesso ha riconosciuto che nell’ambito
famigliare c’erano stati comportamenti dannosi per il figlio”. (ANSA)

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