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Dall’Università all’Oceano Atlantico Equatoriale per una spedizione internazionale

da | Lug 31, 2019 | Curiosità | 0 commenti

Prosegue senza interruzioni l’attività dei ricercatori Unimore, che dal 12 luglio sono a bordo della nave oceanografica “Pourquoispas?”, la maggiore delle navi oceanografiche della flotta francese partita da Capo Verde, per partecipare ad una spedizione internazionale, finanziata dalla Francia, che effettuerà ricerche su una delle regioni più enigmatiche del nostro pianeta, la dorsale medio Atlantica, dove le placche dei continenti Africa e Sud America si separano.

Obiettivo della spedizione, guidata dal prof. Daniele Brunelli e dalla dott.ssa Marcia Maia del CNRS di Brest (Francia), che si compone di ricercatori italiani di Unimore, del CNR-IGAG, del CNR-ISMAR e francesi delle Università di Brest, Tolosa, Lione, Parigi, nonché di singoli ricercatori da Norvegia, Iran e Libano, è studiare l’anomalia fredda, o punto freddo, dell’Atlantico Equatoriale.

Del team di Unimore fanno parte la prof.ssa Anna Cipriani del Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche, lo studente iscritto alla laurea magistrale in Scienze e Tecnologie Geologiche, Fabio Lombardi, e la studentessa della Scuola di Dottorato in M3ES – Models and methods for material and environmental sciences (metodologie di ricerca avanzata in campo ambientale e dei materiali) Léna Verhoest.

Proprio Léna Verhoest, qualche giorno fa ha compiuto una immersione durata 10 ore col sottomarino Nautile a 3 chilometri di profondità nell’Atlantico equatoriale (0° 17′ N – 17° 36′ W) durante la quale ha avuto modo di esplorare una dorsale profonda risalendo una cresta fino alla sua sommità a circa 1900 metri di profondità (nella foto la dott.ssa Léna Verhoest ripresa mentre esce dal sottomarino)

Léna in questa sua avventurosa immersione ha campionato rocce vulcaniche eruttate 50 milioni di anni fa sul fondo dell’oceano e alcune rocce carbonatiche residui di una antica barriera corallina ora annegata nelle profondità dell’Oceano Atlantico.

“Queste osservazioni – spiega il prof. Daniele Brunelli di Unimore – sono importantissime per comprendere la storia dell’attività vulcanica nella formazione della crosta oceanica e la struttura profonda del mantello terrestre, oggetto della tesi dottorale di Léna presso il Dipartimento di Scienze Chimiche e Geologiche”.

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