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Insulino resistenza e alimentazione, il parere della dottoressa Federica Felicioni

da | Set 28, 2019 | Rubriche, Consigli di salute | 0 commenti

Oggi si sa che il mantenimento di un corretto valore di glicemia nel sangue ed un corretto metabolismo del glucosio (zucchero) sono fondamentali per la salute e la prevenzione delle malattie legate all’invecchiamento.

Man mano che si invecchia è come se riuscissimo a tollerare sempre meno i carboidrati con un conseguente aumento dell’insulina.

L’insulina è l’ormone che ha il compito di “dire” alle cellule di far entrare il glucosio, affinchè possa poi essere utilizzato come combustibile per produrre energia.

Ma cosa succede se le cellule non “ascoltano” l’insulina (ossia nel caso di insulino-resistenza)?

Il pancreas ne produce di più “per cercare di farsi ascoltare dalle cellule” e per un po’ la cosa funziona, ma poi la conseguenza dell’eccesso di glucosio è la sua trasformazione in trigliceridi e in colesterolo. Se questo fenomeno continua, si arriva alla steatosi epatica, fenomeno meglio conosciuto come “fegato grasso” e ad un aumento del grasso viscerale ed addominale.

L’invecchiamento stesso può predisporre alla insulino-resistenza con il conseguente aumento della glicemia.

Iperglicemia e insulino-resistenza sono alla base di malattie come ictus, diabete, ovaio policistico, varie patologie cardiovascolari, Alzheimer, alcune forme di cancro ed altre patologie a base infiammatoria.

Nel cancro ad esempio un’elevata concentrazione di zucchero, determina una maggior proliferazione delle cellule ed il risultato è l’aumento della massa tumorale, perché “il tumore, si sa, ha bisogno di zucchero”.

L’insulino-resistenza è una delle cause principali delle patologie cardiovascolari ed è anche uno dei primi segnali di tante malattie cronico degenerative e della sindrome metabolica.

Ecco alcuni segnali che potrebbero indicare una condizione di insulino resistenza:

  • Avvertiamo una forte stanchezza dopo un pasto ricco di carboidrati?
  • Non riusciamo a frenarci col consumo di pane, pasta, dolci?
  • Abbiamo grandi difficoltà a perdere peso?
  • Soffriamo di infertilità?
  • Se siamo donne, abbiamo un ciclo irregolare?

Attenzione anche se:

  • Abbiamo familiarità per il diabete
  • Mangiamo tanti carboidrati ad alto indice glicemico (patate, pane bianco, mais,…)

Ma è possibile intervenire sulla sensibilità insulinica, in altre parole, possiamo invertire o almeno migliorare questa tendenza?

Per fortuna la risposta è sì, vediamo qualche modo:

  • Con una buona attività fisica. L’esercizio fisico produce lavoro, brucia zuccheri, brucia grassi esso è “un farmaco” potente e molti studi evidenziano anche che l’effetto è “dose dipendente” ossia più ci si muove, più ci si allena e maggiore è il beneficio che se ne ricava. E’ comunque fondamentale che l’approccio sia graduale vista la diffusa sedentarietà.
  • Con una buona gestione dello stress. Lo stress determina un aumento della resistenza insulinica perché fa aumentare il cortisolo, che a sua volta determina un aumento della glicemia. Ma un sonno adeguato, praticare yoga, utilizzare integratori che controllino il cortisolo, può sicuramente aiutare.
  • Con un buon controllo del peso, cioè mantenendosi o riportandosi entro il pesoforma.
  • Con un adeguato approccio nutrizionale, ossia con la scelta dei giusti carboidrati che dovrebbero essere integrali, con una loro adeguata associazione a fibre, a proteine, a grassi, in modo da limitarne l’assorbimento, abbassando così il carico glicemico del pasto.
  • Con l’utilizzo di integratori adeguati: vitamina D, biotina, magnesio, vanadio, cromo, curcumina, cannella, …ma sempre sotto controllo di uno specialista!

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