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In piazza Liberazione troppe barriere architettoniche, la denuncia di Nonantola 2030

da | Set 11, 2019 | Nonantola | 0 commenti

NONANTOLA – A tre anni dalla ristrutturazione ci sono problemi irrisolti.In piazza Liberazione troppe barriere architettoniche, la denuncia di Nonantola 2030:

A tre anni dall’inizio dei lavori di riqualificazione di piazza Liberazione, a cantiere ancora aperto, rimangono ancora irrisolti una serie di problemi, primo fra tutti quello dell’accessibilità e della fruibilità dei cittadini di una parte vitale del centro storico di Nonantola, siano essi bambini in passeggino, cittadini in bicicletta o persone con limitate capacità motorie come gli anziani o i disabili. È infatti evidente come le pavimentazioni utilizzate su gran parte della piazza (sassi arrotondati e cubetti irregolari in pietra), rendano difficili gli spostamenti sia a piedi che ai mezzi su ruota, mentre i dislivelli fra la piazza e i portici impediscono i normali spostamenti in carrozzina. Per ricostruire la lunga vicenda il nostro Gruppo Consigliare ha presentato un’interrogazione all’Amministrazione comunale, da cui è emerso che in fase progettuale, al di là del rispetto delle norme di legge generali, l’Amministrazione abbia sottovalutato gli effetti di tale pavimentazione sulla piena accessibilità di una piazza centrale per la nostra comunità, né abbia riconsiderato il progetto quando, durante la lunga fase di cantiere, sono emerse a più riprese le criticità, in particolare per i cittadini con difficoltà motorie. Questo a nostro avviso è stato un grave errore, perché il superamento delle barriere architettoniche non è solo una questione di misure o rispetto delle distanze di legge, ma è anche il saper coniugare l’azione pubblica al rispetto dei diritti di tutti, partendo proprio dai soggetti più deboli e svantaggiati. Se da un lato vanno osservate le indicazioni della Soprintendenza, altrettanto esse vanno ridiscusse e adeguate, insieme alle previsioni progettuali, quando le stesse, in fase di realizzazione, evidenzino un’incongruità con gli obiettivi principali. Invece, per la nostra Amministrazione “… non si intende disatteso l’obiettivo dell’abbattimento delle barriere architettoniche, così come previsto dalla normativa vigente”, per cui i cittadini, disabili o no, sono avvertiti: se la prendano con la legge e non con l’Amministrazione! Nella risposta dell’Amministrazione – a nostro avviso molto “burocratica” – cogliamo infine un ulteriore limite nella sua azione, ossia l’insufficiente (a dir poco) controllo esercitato dal settore Lavori Pubblici durante i lavori di ricostruzione della piazza. Ci chiediamo come sia possibile che, nonostante le numerose segnalazioni fatte dai cittadini durante la lunghissima fase di cantiere, non si sia corsi ai ripari modificando il progetto e reindirizzando i lavori. Quante volte i cittadini hanno evidenziato che la pavimentazione era troppo ruvida? Come mai ci si è accorti dei problemi dei dislivelli solo a lavoro praticamente ultimato? Perché ad opere consegnate escono esalazioni maleodoranti dai tombini? Chi seguiva per l’Amministrazione il cantiere e con quale frequenza lo sorvegliava? Certo, ora si può e si deve intervenire, per esempio con una levigatura antiscivolo su ampie porzioni della pavimentazione, costruendo le rampe d’accesso mancanti e rendendo funzionanti i sifoni nei tombini, ma non era meglio farlo prima, anche solo per contenere gli ulteriori costi?

 

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