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Centro diurno di Casoni per i disabili, la denuncia: “Mio figlio senza più punti di riferimento”

da | Ott 7, 2019 | In Primo Piano, Bomporto, Bastiglia, Ravarino, Nonantola | 0 commenti

RAVARINO, NONANTOLA, BOMPORTO, BASTIGLIA E CASTELFRANCO –  Al Centro diurno di Casoni di Ravarino, c’è un disabile grave “senza più punti di riferimento”, per usare le parole della sua mamma che descrive così la situazione in figlio, che assieme ada ltari 6 diabili gravi, uomini e donne tra i 20 e i 40 anni che si trova senza gli storici educatori e gli amici del laboratorio che sono stati spostati a Castelfranco.

La situazione va avanti ormai da da giugno. Proprio allora c’è stata la brutta sorpresa per gli utenti del Centro socio-riabilitativo diurno di Casoni. Infatti era iniziato il trasferimento a Castelfranco dei servizi per i disabili adulti. Le otto persone che frequentavano i laboratori al primo piano della struttura, con cui condividevano i pasti e alcuni momenti, non c’erano più, spostati a Castelfranco accorpati al centro oasi socio occupazionale dove i ragazzi lavorano per le aziende. Proprio a Castelfranco sta sorgendo una struttura più adeguata, in teoria, a dare assistenza a queste persone particolarmente fragili.  Anche i 7 utenti del Centro diurno dovrebbero andare lì, ma il centro ancora non è pronto.

Inoltre gli educatori non erano più gli stessi, sono tutti cambiati. Un trauma non da poco. E infatti il risultato è che c’è chi, come Alessandro, disabile di 31 anni con un ritardo mentale dovuto a una malattia genetica, lì non ci vuole più andare.

La sua mamma, Daniela Bruni, ci racconta che erano tante e importanti le attività che si facevano al centro: falegnameria, cucina, le visite al maneggio o alla piscina, le piccole imprese come andare a fare la spesa. Erano momenti da fare insieme che costituivano una importante attività di socializzazione e di aiuto alle famiglie. Ma ora, senza i suoi operatori preferiti e senza i suoi amici Alessandro non ci vuole più andare”.

Le famiglie sono disposte a spostarsi a Castelfranco, il problema non è la distanza. Ma l’incognita. Quando sarà pronta la nuova struttura? Si parlava del 2021 ma ora un ricorso ha bloccato il cantiere. Il trasloco è già iniziato ma metà sono a Casoni e metà a Castelfranco, gli utenti sono stati divisi. Si apettava che a Casoni arrivassero anche gli utenti seguiti a Recovato, ragazzi per la maggior parte sulla sedia a rotelle. Ma il trasferimento è fermo per il momento perchè sembra che la struttura non sia adeguata.
Nel frattempo, sono anche iniziati dei lavori nella struttura di Casoni. Insomma, la signora Bruni denuncia che le famiglie sono tenute all’oscuro ditutti, che non si capisce cosa accade e perchè non il trasloco non parte quando la nuova struttura di Castelfranco – che sarebbe perfetta per tutti – è pronta.  E qual è il destino dei 7 utenti del centro diurno?

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