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La parola ai manager: TEMPORARY MANAGEMENT, una opportunità per le PMI

da | Ott 16, 2019 | Glocal | 0 commenti

di Andrea Lodi

Il racconto di un protagonista del temporary management

Premessa

Leggendo le varie definizioni di temporary manager (qui per brevità TM) che si riscontrano su autorevoli portali internet, ci si fa l’idea di avere a che fare con dei supereroi, con la richiesta di qualità e competenze che nemmeno il più grande manager del pianeta riuscirebbe ad esaudire.

Sergio Marchionne, a mio avviso uno dei più dotati manager della storia del capitalismo, riteneva che la più grande abilità di un manager consiste nel sapersi circondare di persone capaci e di cui potersi fidare.

Ed è proprio questo il punto nodale di tutta la questione: la fiducia, il difficile e complicato rapporto che lega l’imprenditore (generalmente un piccolo imprenditore) ad un manager che farà la sua apparizione in azienda per un periodo di tempo definito (e limitato).

La difficoltà dell’imprenditore ad affidare la propria “creatura” nelle mani di uno sconosciuto, che si avvicinerà all’azienda con metodologie e strumenti ben differenti da quelli tradizionalmente utilizzati dall’imprenditore.

Ma cos’è un temporary manager?

Innanzitutto va chiarito che cosa non è un TM. Non è un manager con contratto a tempo determinato. Ciò che caratterizza in maniera esplicita il suo intervento sono le finalità e la focalizzazione della propria azione, che per il dirigente con contratto a tempo determinato, si concentreranno sulla continuità aziendale, oltre che sulla difesa e lo sviluppo del proprio ruolo all’interno dell’organizzazione. Il TM, al contrario, sarà concentrato nel realizzare il progetto affidatogli e nel preparare la struttura aziendale alla propria uscita.

Pertanto si può definire il TM come un manager a cui viene affidata la gestione temporanea di un determinato progetto, lavorando con un mandato operativo e integrandosi con la proprietà aziendale. Spesso l’intervento si rende necessario per situazioni strutturali o di contingenza, ossia per superare una criticità organizzativa o di competenze, per sviluppare nuovi business o accelerare un progetto strategico.

Perché le imprese hanno bisogno di questa figura?

Il TM può rispondere a esigenze molto diverse da parte delle aziende: dal passaggio generazionale ai progetti di cambiamento organizzativo, dallo sviluppo di filiali estere alla implementazione di progetti di miglioramento di breve e di medio periodo.

Ne parliamo con Luca Golinucci, manager d’impresa, che per diversi anni ha svolto il delicato ruolo di temporary manager.

Luca, secondo la tua esperienza, quando le imprese si affidano ad un TM e perché?

Le imprese, come hai descritto tu, si affidano ad un TM per mettere in atto un progetto o più progetti ben definiti, in periodi di criticità aziendali o per realizzare piani di sviluppo imprenditoriale.

Ma perché affidarsi ad un TM e non semplicemente ad un consulente aziendale?

Un TM ha la possibilità, vivendo l’impresa al suo interno, di notare con più imparzialità quali sono le aree in cui è estremamente necessario intervenire, e quindi di proporre ed attuare le strategie necessarie per il cambiamento.

Che tipo di progetti hai realizzato tu come TM?

Nell’arco di tre anni, da luglio 2014 a luglio 2017, ho avuto quattro incarichi di TM da quattro imprese differenti, nelle quali ho svolto il ruolo temporaneo di direttore generale.

Si è trattato di interventi diversi tra loro, sia per gli obiettivi che per le caratteristiche aziendali: dall’implementazione di un sistema di pianificazione e controllo, ad un intervento di riorganizzazione aziendale, all’affiancamento ai soci di una start-up composta da quattro giovani informatici.

Quali sono i benefici che hanno ottenuto le imprese?

Il primo progetto è stato un intervento significativo che ha permesso una ottimizzazione dell’organizzazione del lavoro ed una migliore gestione della finanza aziendale. Il secondo progetto è stata la sfida vera e propria: un piano di sviluppo imprenditoriale per risollevare un’impresa in profonda crisi economica e finanziaria, che però non ha avuto esito positivo.

Il terzo progetto della start-up, ha visto l’impresa crescere sia nel fatturato che nel numero dei dipendenti.

E il quarto progetto?

Il quanto progetto si è svolto in un’azienda di produzione e commercio di articoli per grandi firme della moda internazionale con obiettivi centrati.

Come sei venuto in contatto con le imprese? Ti hanno contattato loro o ti sei proposto tu?

Il contatto è avvenuto per conoscenze comuni. Consulenti e fornitori che avevo conosciuto nei precedenti rapporti di lavoro.

La tua esperienza di TM ha riguardato un determinato periodo della tua vita. Ci puoi spiegare perché?

La mia esperienza di TM è stata di breve durata. Ciò che mi ha spinto ad intraprendere temporaneamente questo tipo di attività, è stata da un lato la mia difficoltà nel ricollocarmi nel mercato del lavoro dopo il fallimento dell’azienda in cui ero occupato a tempo indeterminato, dall’altro la crescente richiesta di alcune PMI al temporary management.

Che tipo di rapporto hai avuto con gli imprenditori con cui hai lavorato? Quali sono state le difficoltà maggiori che hai riscontrato?

Gli imprenditori, ossia quelli che hanno visto nascere la loro creatura fin dall’inizio, spesso col tempo si arroccano dentro la loro azienda non tenendo conto del mercato ed il mondo esterno che vanno a doppia velocità. La difficoltà maggiore è stata trasmettere loro la necessità di innovarsi, di approcciare nuovi mercati, nuovi business, per poter continuare e sviluppare l’attività caratteristica della propria impresa.

Coi giovani imprenditori è stato ben diverso: hanno “assorbito” le competenze e le hanno implementate meglio di chi gliele ha trasmesse.

Quali sono secondo te le principali caratteristiche che deve avere un TM e come si differenziano da quelle di un manager dipendente?

Le principali caratteristiche che deve avere un TM sono la flessibilità, la capacità e propensione al cambiamento oltre alla facoltà di capire gli obiettivi degli imprenditori più esigenti.

Quindi secondo te la figura del TM in Italia può avere un interessante sviluppo?

Credo proprio di sì. Le aziende ne hanno bisogno. L’unica minaccia che vedo è di tipo culturale, ovvero nella difficoltà da parte dei piccoli imprenditori ad affidare aspetti importanti della vita delle proprie imprese a manager temporanei. Conosco alcuni colleghi, che dopo il periodo di rapporto con l’azienda come TM, sono stati assunti nell’azienda stessa in ruoli apicali.

Torneresti a lavorare in qualità di TM?

Che dire? Mai dire mai. In realtà per me si è trattato di un’esperienza in una fase particolare della mia vita. E’ stata una grande opportunità che mi ha aiutato anche a crescere professionalmente. Certo è che il TM è una figura professionale ben precisa, che si differenzia dal manager a tempo indeterminato. Per ora mi vedo più occupato in quest’ultima modalità. L’azienda con cui lavoro da poco più di due anni mi dà grandi soddisfazioni. L’unico aspetto negativo è che si trova molto distante da casa. Non mi dispiacerebbe riavvicinarmi.

Ho conosciuto Luca diversi anni fa, ad un corso di formazione. Ho sempre apprezzato la sua professionalità e competenza, nonché la sua serietà. Lo ringrazio per averci fatto un resoconto chiaro ed esaustivo della sua esperienza professionale come TM, e gli auguro di potersi riavvicinare a casa, alla sua amata Romagna.

Per contattare Luca Golinucci: https://it.linkedin.com/in/lucagolinucci

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