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Ex sindaco e assessori, dirigenti del Comune e di Feronia, l’accusa: “Favori e pressioni per far riaprire la discarica”

da | Dic 11, 2019 | In Primo Piano, Finale Emilia | 0 commenti

FINALE EMILIA – Le ipotesi di reato sono pesanti: abuso d’ufficio, falso ideologico e illeciti ambientali. E’ questo il motivo per cui la discarica di Finale Emilia è stata messa sotto sequestro, nella sua interezza, sia l’area della discarica di proprietà comunale denominata Feronia 0 e quella privata corrispondente all’area di Feronia 1. Nelle ipotesi di accusa tanti atti: c’è ad esempio l’incarico affidato chevenne attribuito senza gara direttamente a Feronia, e una quella che appare come la volontà di nascondere i valori  sulla contaminazione del sito, per ottenere comunquel’autorizzazione ad operare.

Nel registro degli indagati ci sono finite 10 persone, tra cui  secondo quanto emerge –  l’ex sindaco di Finale Emilia Fernando Ferioli e un suo assessore, dirigenti di Feronia, la società che gestisce la discarica, e del Comune di Finale, della Provincia e di Arpae. I nomi: l’ex ad di Feronia e presidente Riccardo Superbi e Roberto Paparella e Gianluca Valentini, ex presidente del Cda. Per il Comune: Giulio Gerrini e Francesca Mazzarella, già responsabili alla dirigenza del servizio lavori pubblici ed ambiente del Comune, asseime all’ex responsabile ufficio patrimonio Monica Mantovani, Giovanni Rompianesi, anel 2016 dirigente servizio valutazioni autorizzazioni e controlli ambientali della Provincia, Annalisa Zanini, in qualità di responsabile distretto Arpa Carpi e Daniela Sesti, del servizio sistemi ambientali Arpae Modena. I Carabinieri sono al lavoro su questa inchiesta da almeno 3 anni: agli indagati vennero contestati reati riguardo i troppi rifiuti smaltiti nella discarica che interessa un’area di 110.000 mq. L’ipotesi di lavoro è poi che gli indagati abbiano messo in campo una serie di pressioni e attivato favori con l’obiettivo di faciltare la concessione dell’allargamento della discarica, un progetto che porterà a Finale oltre un milone e 400 mila tonnellate di rifiuti di vario tipo.  Irregolarità e incongruenze che erano finite sotto gli occhi degli investigatori fin da subito.

Spiega il Resto del Carlino:

Nel 2016 i carabinieri rilevarono la presenza di cumulo di materiale riconducibile a rifiuti da demolizione edile post sisma, pare illecitamente smaltite da Feronia. L’inchiesta parte da lontano: da illegittimità legate ad una delibera del 2011 che recepiva in sostanza la stipula di un accordo definitivo con Feronia Srl. Le difformità emerse riguardano non solo l’affidamento dell’incarico triennale a Feronia senza alcuna procedura di gara, ma soprattutto il tetto di rifiuti: 374mila tonnellate. E ciò nonostante la Aia, autorizzazione integrata ambientale adottata dalla provincia ne conferisse 332.800. Gli accertamenti hanno poi messo in luce come il dirigente Rompianesi avesse rilasciato il rinnovo dell’Aia nel 2015 per dieci anni nonostante la capacità della discarica fosse esaurita: le quote di rifiuti da smaltire risultavano già superate a dicembre 2014 sia per peso che per volume. Dall’inchiesta emerge come le presunte ‘strette di mano’ tra dirigenti, amministratori e società avvenissero a scapito della salute dei cittadini. I monitoraggi tra aprile e agosto 2019 hanno dimostrato come vi fosse stato un superamento delle concentrazioni dei valori della soglia di contaminazione. Zanini e Sesti, inoltre, avrebbero omesso di inviare gli esiti degli accertamenti tecnici delle aque sotterranee, da cui risultavano superamenti continui dei valori.

Contro il progetto di allargamento della discarica, i cittadini lottano da anni. Con il cambio di amministrazione, passata al centrodestra nel 2016, anche il Comune ha avviato una serie di azioni legali per stoppare il progetto. Ma l’autorizzazione dalla Regione Pd e dal governo Lega – Cinque Stelle è arrivata lo stesso, e i cantieri sono stati aperti. Ora c’è in ballo un ricorso al Tar chiede chiarezza sulla sicurezza idrogeologica e sismica della zona – che non c’entra nulla con l’indagine penale della Procura – e una risposta dal Tribunale Amministrativo è attesa a breve.

Quale è dunque il destino della discarica? Il sequestro, operativo da martedì, blocca qualsiasi cosa. Si tratta però di un sequestro preventivo, funzionale alle indagini, e non definitivo. Feronia ha già annunciato che presenterà istanza di riesame del sequestro preventivo

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