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“La discarica di Finale è funzionale solo agli interessi di Hera”, la denuncia di Gibertoni

da | Dic 23, 2019 | Finale Emilia | 0 commenti

FINALE EMILIA – L’Emilia-Romagna smetta di essere il polo pattumiera d’Italia. Ne va della salute degli emiliano-romagnoli perché l’impatto ambientale e sanitario di inceneritori e discariche è purtroppo molto rischioso. Un territorio che deve già fare i conti con la qualità dell’aria peggiore a livello internazionale (tra l’altro con un numero decisamente insufficiente di centraline fisse di rilevamento) e con una media di quasi 2 siti inquinati e non bonificati per ogni comune non può assolutamente permettersi di considerare lo smaltimento rifiuti come un settore industriale qualunque. Invece purtroppo a condizioni ambientali critiche il PD ha aggiunto politiche peggiorative: la giunta regionale sa benissimo che con la distinzione tra rifiuti urbani e rifiuti speciali si aggira di fatto il principio del trattamento dei rifiuti secondo la regola di prossimità, che obbligherebbe a trattare i rifiuti laddove sono prodotti. E i quantitativi sono spropositati rispetto alla nostra delicata situazione ambientale!
Lo sbilancio per i rifiuti speciali, tra quelli in entrata ed in uscita, era di 841.760 tonnellate nel 2016, l’ultimo anno di cui abbiamo dati certi, 356.615 nel 2015, ben 1.132.067 nel 2014, 908.381 nel 2013, 847.730 nel 2012, 1.447.675 nel 2011, 1.418.389 nel 2010, 1.494.762 nel 2009, fino ad arrivare al picco di 2.252.201 nel 2008. Come si vede sono numeri enormi e che da soli spiegano come la discarica di Finale Emilia, in cui il rapporto tra rifiuti urbani e rifiuti speciali è 1 a 10, parrebbe proprio funzionale solo agli interessi di Hera, ma lo stesso discorso si potrebbe fare anche per le discariche per rifiuti speciali ASA di Castel Maggiore nel
bolognese e Ginestreto nel forlivese. E Bonaccini non ci venga a raccontare che deve obbedire a norme nazionali quando poi in concreto è la Regione che autorizza l’apertura di discariche e inceneritori. Dispiace, e lo diciamo da sempre, la disinvoltura con cui
questa Regione, ormai da anni, ospita rifiuti urbani e importa costantemente rifiuti speciali come se si trattasse di una attività industriale qualunque. Per questo, come abbiamo sempre fatto, anche nella prossima legislatura ci batteremo per la chiusura di discariche e inceneritori e per il rispetto prioritario del diritto alla salute e a un ambiente sano. Sui rifiuti infatti in Emilia-Romagna ad essere virtuosi sono rimasti solo i cittadini, che si impegnano quotidianamente nella raccolta differenziata per il bene di tutti e però non vedono premiati i propri sforzi, mentre la Regione da sempre autorizza discariche, inceneritori e perfino ampliamenti di discariche già esistenti, che andrebbero al contrario al più presto chiuse e bonificate.
L’Emilia-Romagna ha bisogno di ben altro, ossia di una politica in grado di tutelare i cittadini dagli interessi delle multiutility, ha bisogno di una vera inversione di rotta nelle politiche della gestione dei rifiuti che metta la parola fine al binomio discariche&inceneritori. Ma deve succedere in fretta, o si rischia che lo scempio ambientale sia senza ritorno.

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