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Mirandola, Medici del Pronto Soccorso in sciopero dal 10 al 12 dicembre

da | Dic 9, 2019 | Mirandola | 0 commenti

MIRANDOLA E CARPI- dal 10 al 12 dicembre i Medici di Emergenza Sanitaria territoriale che lavorano nei PS della provincia di Modena, compreso Mirandola e Carpi, saranno in sciopero dalle ore 8 di martedì 10 alle ore 8 di giovedì 12 dicembre. Garantiranno solo il servizio di automedica, dove presente. Potrebbero quindi esserci dei disservizi per l’utenza.

Spiegano i medici del sindacato Est Snami Modena:

Una delle motivazioni del contenzioso con l’ Azienda USL di Modena, è l’utilizzo di personale convenzionato nell’A.C.N. della Medicina Generale, per l’ assolvimento di compiti propri dell’Assistenza Ospedaliera, compiti che le vigenti norme, riservano ai soli medici specialisti regolarmente assunti ed inquadranti mediante pubblico concorso per titoli ed esami della specifica disciplina concorsuale o di inquadramento convenzionale specialistico “Medicina e Chirurgia d’ Accettazione e Urgenza”

Il Decreto Ministeriale 70, Regolamento sugli standard di assistenza ospedaliera recita infatti al punto 9.2.2.: “un pronto soccorso presidiato da un organico medico dedicato all’Emergenza-Urgenza, inquadrato nella disciplina specifica così come prevista dal D.M. 30.01.98 (Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza) e, da un punto di vista organizzativo, integrata alla struttura complessa del DEA di riferimento che garantisce il servizio e l’aggiornamento relativo”.

Nella provincia di Modena invece, la specifica e anomala situazione organizzativa da anni e anni contestata dalla scrivente organizzazione sindacale ha visto i Medici convenzionati per l’emergenza sanitaria territoriale essere utilizzati come sostitutivi ed equivalenti del personale dipendente specialista, ovviamente senza alcuna equiparazione delle tutele tipiche del lavoro dipendente, con contributi pensionistici ampiamente inferiori, TFR, malattia, etc.

Frequentemente si trovano a dover lavorare in doppio mandato: contemporaneamente si trovano a lavorare in Pronto Soccorso, su tutti i tipi di codice colore in base alle necessità del momento, per poi lasciare l’ambulatorio se attivati su un servizio in emergenza extra ospedaliera. Questa modalità di lavoro aumenta il rischio clinico per il paziente e medico legale per il professionista.

Molti medici oggi operanti come medici convenzionati nell’emergenza territoriale nell’ AUSL di Modena sono stati convinti e sollecitati a ivi rimanere, anche per oltre 10 anni, con la promessa di una futura ammissione alle procedure concorsuali di stabilizzazione, come già fatto in passato, che regolarizzerebbero le posizioni lavorative di fatto ricoperte. Ad oggi ogni intervento e proposta di intervento normativo hanno visto il diniego per tutti questi medici di partecipare alle regolari procedure di reclutamento per i compiti che stanno svolgendo, che conseguentemente appaiono non in linea con i vigenti dettati normativi.

La conferenza delle Regioni ha inoltre dato parere ritenuto vincolante dalla Regione Emilia-Romagna, che ha inibito a questi medici anche la sola possibilità di partecipare ai concorsi pubblici per la disciplina oggetto, proprio in quanto carenti di titolo di formazione specialistica.

La stessa politica gestionale dell’assessorato alla salute della Regione Emilia Romagna, ha inteso non attivare gli strumenti normativi e organizzativi, quale la formazione part time, compatibile con il lavoro, già esistente dal 2006. Tale dispositivo avrebbe quanto meno consentito a tutti questi professionisti di completare a la Formazione Specifica in Medicina Generale, necessaria e imprescindibile per la stabilizzazione dei contratti di lavoro convenzionale oggi in essere. Da quelle decisioni oltre che un buco formativo deriva anche che i professionisti di cui trattasi sono nella quasi totalità dei casi  precari e in cronico ed indeterminato rinnovo, così configurando la figura del medico “precario a tempo indeterminato”.

Gli accordi aziendali, oggi portati all’attenzione del tribunale da parte dei medici iscritti alla scrivente O.S., risultano non condivisi con il sindacato maggiormente rappresentativo del settore e inoltre, e, relativamente ai precedenti, era ben esplicitata la temporaneità conseguente al fatto che non vi fosse intenzione di proseguire oltre, senza il pieno e completo riconoscimento giuridico ed economico spettante a tali professionisti.

Per tale motivo, i medici intendono garantire, come previsto dal vigente ACN, tutti i compiti propri dell’incarico così come esplicitati nell’ACN relativamente al soccorso urgente, mentre le funzioni proprie dell’assistenza ospedaliera non si ritiene siano in alcun modo compiti propri di questi professionisti non inquadrati nella disciplina medicina e chirurgia d’accettazione e urgenza (es. turnazioni di pronto soccorso qualora il medico non sia in turno sul mezzo di soccorso)

Qualora nelle prossime ore il Prefetto ritenesse, sarà necessaria formale ordinanza e precettazione per far svolgere forzatamente compiti e funzioni a questi medici che oggi, nell’ambito della regolamentazione della medicina convenzionata di branca e del pubblico impiego non potrebbero legittimamente evadere.

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