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Allianz Risk Barometer 2020: la minaccia informatica il principale rischio per le aziende

da | Gen 17, 2020 | Glocal | 0 commenti

Il 9° sondaggio annuale di Allianz Global Corporate & Specialty (AGCS) sui principali rischi aziendali evidenzia come i rischi informatici siano diventati più pericolosi e costosi per le aziende e spesso si traducono in cause legali e contenziosi

di Andrea Lodi

Allianz Global Corporate & Specialty (AGCS) è una società del Gruppo Allianz che si occupa dell’analisi e valutazione dei rischi legati alle attività industriali.

Ogni anno AGCS redige l’Allianz Risk Barometer, un’indagine che quest’anno ha visto il coinvolgimento di più di 2700 manager d’impresa di 22 settori industriali da 102 Paesi dell’intero pianeta.

Nella 7° edizione dell’indagine, quella del 2018, era “l’interruzione di attività” il maggiore rischio percepito dai manager aziendali (42% delle risposte). Problema già evidenziato nel 2017 assieme alle “catastrofi naturali”.

La 9° edizione del dell’Allianz Risk Barometer 2020, vede il “rischio informatico” al primo posto con il 39% delle risposte. Una novità nel panorama dei rischi aziendali maggiormente percepiti a livello globale, che evidenzia quanto la corsa all’ ”informatizzazione spinta” rappresenti senz’altro una grande opportunità per il futuro delle imprese, ma al contempo espone le stesse ad un forte rischio di incidenti informatici. La consapevolezza della minaccia informatica è cresciuta rapidamente negli ultimi anni, spinta dalle aziende che si affidano sempre più ai dati e ai sistemi IT e da una serie di importanti incidenti che hanno visto coinvolte importanti società che operano su mercati internazionali.

L’opinione dei manager italiani

In Italia, la percezione del rischio informatico occupa il 2° posto (49%, in crescita rispetto al 38% del 2019). Al 1° posto rimane saldo il rischio legato all’interruzione di attività (51% delle risposte). Al terzo posto il danno reputazionale o d’immagine (29%), che nell’ ultimo anno ha scalato ben due posizioni superando le catastrofi naturali, quarte con il 20%.

“La preoccupazione per la perdita di reputazione o di valore del marchio è diventata critica, ed è entrata a far parte, per la prima volta, dei primi tre rischi in Italia. Tuttavia, le interruzioni del business e i rischi informatici rappresentano ancora le principali preoccupazioni delle aziende italiane” afferma Nicola Mancino, CEO di AGCS Italia.

 I più importanti rischi globali per il business nel 2020

“I dati emersi dall’Allianz Risk Barometer 2020 evidenziano come il rischio informatico e il cambiamento climatico siano le due sfide più impegnative che le aziende dovranno affrontare nel nuovo decennio” afferma Joachim Müller, CEO di AGCS. “Naturalmente ci sono molte altre tipologie di danni e problematiche da affrontare. Tuttavia, se i consigli di amministrazione e i risk manager non affrontano i rischi informatici e quelli derivanti dal cambiamento climatico, il loro impatto sulle performance operative, sui risultati finanziari e sulla reputazione delle loro aziende presso i principali stakeholder potrebbe risultare critico. Nell’era della digitalizzazione e del riscaldamento globale, la preparazione e la pianificazione di tali rischi è, quindi, sia una questione di vantaggio competitivo che di resilienza aziendale”.

 I rischi informatici il vero problema

Molti tra i Paesi a capitalismo avanzato, a livello globale, percepiscono il rischio da incidenti informatici come quello più importante, da non sottovalutare. Paesi come Austria, Belgio, Francia, India, Sudafrica, Corea del Sud, Spagna, Svezia, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti lo collocano al primo posto.

Le aziende si trovano ad affrontare rischi di violazioni di dati sempre più grandi e costosi: dispositivi infettati che per essere ripuliti viene richiesto il pagamento di un riscatto (ransomware), manipolazione dei dati trasmessi in una rete telematica (spoofing), sanzioni pecuniarie o controversie legali in materia di privacy. Una grande violazione dei dati – che può arrivare a compromettere più di un milione di dati – costa oggi in media 42 milioni di dollari.

“Gli incidenti stanno diventando sempre più significativi e le grandi aziende sono colpite da attacchi sempre più sofisticati e da ingenti richieste di estorsione. Cinque anni fa, una tipica richiesta di riscatto sarebbe stata di decine di migliaia di dollari, mentre ora può superare il milione di dollari” afferma Marek Stanislawski, Deputy Global Head of Cyber, AGCS.

Affidarsi totalmente all’informatizzazione espone le imprese a rischi che da quello informatico può portare all’interruzione dell’attività (al 2° posto della classifica): “le supply chain e le piattaforme digitali consentono oggi la piena trasparenza e la tracciabilità delle merci, ma un incendio in un data center, un guasto tecnico o l’attacco di un hacker potrebbero portare a grandi perdite da business interruption per aziende che si affidano allo stesso sistema e che non possono tornare a processi manuali” afferma Raymond Hogendoorn, Global Head of Property and Engineering Claims di AGCS.

La corsa all’Intelligent Automation

Tuttavia da un’indagine realizzata da Deloitte, emerge che i timori di incorrere in incidenti di natura informatica non frenano la corsa delle imprese italiane verso l’Intelligent Automation. Molti manager italiani sono fortemente attratti dai benefici derivanti dall’Intelligent Automation, sia in termini di miglioramento delle prassi (produttività, efficienza e accuratezza) che delle performance aziendali (riduzione dei costi stimata tra il 20% ed il 30% e aumento dei ricavi).

Per maggiori informazioni scarica il rapporto Allianz Risk Barometer 2020

 

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