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Esche avvelenate per i cani sull’argine da Concordia a San Possidonio

da | Gen 4, 2020 | In Primo Piano, Mirandola, Finale Emilia, San Felice sul Panaro, Concordia, Medolla, Cavezzo, Camposanto, San Possidonio, San Prospero, Bomporto, Bastiglia, Novi | 0 commenti

CONCORDIA E SAN POSSIDONIO- Pessima sorpresa per un cittadino di Concordia sulla Secchia durante una passeggiata sull’argine del fiume, mentre si spostava da Concordia a San Possidonio: l’uomo ha ritrovato infatti delle esche avvelenate abbandonate a terra, e ha sporto subito denuncia al Comune, sottolineando la propria indignazione anche sui social media.

E la pratica di gettare bocconi avvelenati per prendere di mira i cani non è poi così rara, anzi. Gli ultimi casi erano stati segnalati a San Felice e a Ravarino.  Solo poco tempo fa a San Prospero c’era chi disseminava bocconi di care fresca con dentro i chiodi, un modo estremamente doloroso per far morire i cani. E a Cavezzo era spuntata addirittura una tagliola messa di traverso sulla ciclabile per ferire le zampe dei nostri piccoli amici.

Il caso di Concordia è l’ultimo di una lunga lista. Tanti si indignano e la Redazione si unisce al senso di disgusto suscitato dal ritrovamento sull’argine del fiume: chi compie atti premeditati a danni di vittime innocenti come gli animali va fermato assolutamente, senza contare il fatto che a essere in pericolo sono anche i bambini. L’inciviltà e la cattiva coscienza, unite allo spregio per creature che non possono difendersi dalle crudeltà gratuite, sono sintomo di un disagio e di una frustrazione notevole. Inoltre ricordiamo che tale comportamento è ascrivibile come reato:

il codice penale (art. 544-bis) punisce infatti l’uccisione di animali «per crudeltà o senza necessità» e spargere polpette avvelenate allo scopo di uccidere animali rientra perfettamente tra le fattispecie penalmente rilevanti. Anche se l’animale si salva, a causa delle forti sofferenze inflitte dal veleno si configura comunque il reato di maltrattamento (art. 544-ter), punibile con la pena della reclusione sino a 18 mesi. Se invece l’animale non solo soffre ma come spesso accade muore solo dopo una lunga agonia, si avrà maltrattamento aggravato dalla morte, per il quale è previsto un aumento di pena.

Inoltre la Giurisprudenza ha preso in considerazione, finalmente, anche il danno morale e fisico causato al padrone dell’animale che muore causa avvelenamento: il legame che si crea infatti è talmente profondo che una perdita del genere può causare depressione e disagi difficili da affrontare.

In attesa che i colpevoli vengano individuati e puniti come si deve, e soprattutto che tali reati finiscano una volta per tutte, è importante sapere almeno come tutelarsi. Cosa fare se si esce col cane? Ci sono dei comportamenti che è molto importante tenere: le esche si possono presentare anche sotto forma di uova avvelenate, salsicciotti imbottiti, polpette di carne. Se si ritrovano esche sospette avvisare subito la Polizia Locale. Quando si passeggia con il proprio animale, bisogna prestare molta attenzione che l’animale non ingerisca cose abbandonate per terra o trovate nei cespugli, o anche nelle stesse aree di sgambamento cani o in quelle verdi.

Se il cane ingerisce qualcosa, attenzione al suo comportamento: osservare che non faccia fatica a stare sulle zampe, che non perda l’equilibrio, che non inizi a salivare abbondantemente,  che il respiro sia regolare e non affannoso e che non manifesti tremori o convulsioni. Questi casi citati sono tutti sintomi di un probabile avvelenamento.  La velocità di azione del proprietario potrebbe fare la differenza tra la vita e la morte del proprio animale. Chiamare subito il Pronto soccorso veterinario in modo che il medico sia già preparato a gestire l’emergenza quando si arriva all’ambulatorio. Fino a quel momento, attenersi strettamente alle indicazioni del veterinario senza prendere iniziative, dal momento che non tutti i veleni devono essere vomitati  subito dal cane: se si tratta di acidi, ad esempio, col vomito indotto si potrebbero procurare ulteriori lesioni.

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