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Presepe e integrazione, quando le suore dell’asilo coloravano i volti dei bimbi – LETTERE AL DIRETTORE

da | Gen 6, 2020 | San Felice sul Panaro | 0 commenti

RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO

Faccio i miei vivi complimenti a chi della redazione di ” Sul Panaro.net” ha scritto l’articolo sul presepe costruito anche  dai bimbi stranieri.

L’ho trovato molto delicato, su un argomento  divenuto spinoso di chi sapeva scrivendo, che non tutti  purtroppo  sarebbero stati d’accordo.

Mi è dispiaciuto enormemente sapere che alcuni non l’hanno condiviso, spero in pochi, anche perché  il Santo Natale e il presepio devono unire e non dividere, in particolare quando si tratta di piccoli bambini.

Vedendo alla fine la foto dello stesso, che sono andato a vedere anche di persona, mi sono commosso: forse sarà la vecchiaia.

Ricordo che alla tradizionale recita di Natale all’esilo di Rivara, come si diceva allora da bimbi circa 60 anni fa, a contemplare il presepio, per rendere la festa universale, le suore dipingevano di nero, giallo, pellerossa il viso di diversi bimbi oltre a  vestirli con i costumi dei loro luoghi di origine, per poi unirli a noi indigeni  con  una stretta di  mano a catena.

Sembrava un mondo lontano e con il quale non avremmo mai avuto a che fare.

Chi non conosce e comprende la storia, tradizioni e vissuto non ha futuro.

Vi faccio tanti auguri per il  2020.

 

Cordiali saluti,

Fabio Diegoli

 

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L’articolo che cita il nostro lettore ha raccontato una bellissima storia di integrazione che è stata realizzata alla scuola materna di San Felice sul Panaro in occasione del Natale. Bimbi musulmani, bimbi induisti, bimbi laici hanno realizzato tutti insieme un presepe.
Un bel modo per raccontare una delle nostre tradizioni più belle, e un’ottima occasione per dare rilievo e visibilità al lavoro quotidiano che fanno maestre ed educatrici nella scuola pubblica italiana, vero avamposto culturale in cui l’integrazione è cosa concreta e faticosa, non chiacchiere da salotto. 

Purtroppo, una volta pubblicato l’articolo, sui social e in paese non sono mancate le parole di odio e le critiche verso il progetto e verso la scelta del nostro giornale di raccontarlo. Non abbiamo replicato mai in prima persona perchè non volevamo dare eco e spazio a parole di quel tipo.
Ma diamo volentieri voce a questo nostro lettore che ha colto – come tanti – il valore di quello che sta accadendo nella scuola materna di San Felice. E aggiunge uno spunti di riflessione importante: “Chi non conosce e comprende la storia, tradizioni e vissuto non ha futuro

 

Il direttore,

Antonella Cardone

 

 

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