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In ripresa l’occupazione a gennaio in provincia di Modena

da | Gen 14, 2020 | Expo | 0 commenti

In ripresa l’occupazione a gennaio in provincia di Modena. Nel mese sono previsti 7.740 ingressi nel mondo del lavoro, con l’industria che rimane il settore con il maggior numero di entrate. Aumentano le professioni high skills, ma i contratti di lavoro sono più precari

Il Sistema Informativo Excelsior, promosso da Unioncamere in collaborazione con l’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro e le Camere di Commercio italiane, ha pubblicato il bollettino previsionale relativo al mese di gennaio 2020, che comunica le entrate programmate dalle imprese.

In provincia di Modena si prospetta una ripresa dell’occupazione con il nuovo anno, infatti crescono del 20,9% le assunzioni previste dalle imprese a gennaio rispetto al mese precedente, arrivando a quota 7.740 entrate. Il numero di imprese che intende assumere aumenta in modo ancora più pronunciato (+42,2%).

Tuttavia l’incremento di gennaio 2020 non riesce a mantenere positivo anche l’andamento tendenziale: infatti il numero di entrate scende del 4,1% se si attua un confronto con il mese di gennaio 2019.

Anche la variazione tendenziale del trimestre gennaio 2020 – marzo 2020 mostra una diminuzione dell’8,9%, con entrate totali pari a 17.660, di cui la maggior parte avverranno nel mese di gennaio 2020.

Le quote di assunzioni per tipo di contratto vedono la maggior parte di ingressi a tempo determinato (34%), seguiti da quelli a tempo indeterminato (28%), mentre aumenta significativamente la quota dei contratti di somministrazione, che raggiunge il 21%. Anche gli “altri contratti non dipendenti” aumentano di importanza (11%), mentre perde posizioni l’apprendistato (5%).

Gli ingressi per settori economici mostrano al primo posto sempre l’industria, che con 2.920 entrate raggiunge il 37,7% del totale, seguita a distanza dai servizi alle imprese (19,6%) e dai servizi alle persone (11,1%). Infine perdono quota turismo (9,8%) e costruzioni (8,1%). Le imprese fino a 50 dipendenti costituiscono sempre la fascia dimensionale che assume in misura maggiore (56,3%).

La distribuzione per gruppi professionali evidenzia un aumento relativo degli operai specializzati, che raggiungono il 20,5% del totale, anche le professioni tecniche guadagnano una quota considerevole (18,7%), seguono le professioni qualificate nelle “attività commerciali e servizi” (17,1%) e i conduttori di impianti e macchinari (16,5%). Infine incrementa la quota dei nuovi assunti che andrà a ricoprire professioni in cui sono richieste high skills (25,7%), come le professioni intellettuali e le professioni tecniche.

Il titolo di studio più richiesto rimane sempre il diploma (34%) seguito dalla qualifica professionale (32%) e dalla scuola dell’obbligo (17%), mentre per la prima volta la quota dei laureati raggiunge il 16% del totale.

Nel 27,3% dei casi sono preferiti i giovani fino a 29 anni, l’esperienza è gradita per il 69,3% delle entrate ed è in aumento la difficoltà di reperimento, che arriva al 40,3%. A tal proposito le figure professionali di più difficile reperimento sono quasi tutte high skills: progettisti e ingegneri, tecnici del marketing, specialisti in scienze economiche e operai specializzati nell’industria tessile.

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