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Oneri delle imprese, la Regione: “Le variabili sono tante. Siamo aperti a suggerimenti”

da | Gen 24, 2020 | In Primo Piano, Mirandola, Finale Emilia, San Felice sul Panaro, Concordia, Medolla, Cavezzo, Camposanto, San Possidonio, San Prospero, Bomporto, Bastiglia, Ravarino, Nonantola, Novi, Soliera, Carpi | 0 commenti

Riceviamo dalla Regione Emilia-Romagna una replica sui casi denunciati da due aziende del territorio che hanno fatto sapere di aver rinunciato a nuovi investimenti perché si sono ritrovati nuovi oneri da pagare.  In un caso, fino a 200 mila euro in più.

Scrivono da Bologna:

Vorremmo innanzitutto rassicurare gli imprenditori che intendono investire nelle loro aziende sul fatto che la nuova disciplina regionale sul contributo di costruzione è stata particolarmente attenta nel salvaguardare i loro investimenti e la possibilità di sviluppo delle loro imprese.
Per far questo la Giunta regionale ha elaborato questa disciplina attraverso il confronto non soltanto con i Comuni, ma anche con Confindustria, l’Associazione dei costruttori, i sindacati, il CNA, le cooperative, e tutte le altre organizzazioni imprenditoriali e con i professionisti. Si è trattato di un lavoro complesso di affinamento e verifica dell’intero testo poi approvato dal Consiglio regionale, che per questo ha ricevuto la piena adesione di tutte le organizzazioni del settore.
Colpisce piuttosto la confusione e la palese contraddittorietà delle affermazioni che si leggono nella notizia apparsa sulla stampa locale , riferendo del caso di due imprese che intendono investire nel Comune di San felice sul Panaro: basta ricordare che in apertura si dice che gli imprenditori lamentano che “dovrebbero spendere 200 mila euro”in più; in conclusione dell’articolo le somme aggiuntive imputate alla delibera regionale salgono addirittura a 2 milioni e 300 mila euro (“ il costo stimato inizialmente era di 700 mila euro, lievitato con la nuova delibera regionale a oltre 3 milioni di euro”!). In mezzo, si riscontrano numerose imprecisioni e false affermazioni dirette solo ad allarmare gli operatori. Cerchiamo dunque di fare chiarezza.
Innanzitutto, per entrambi i casi si parla di un intervento di ampliamento e potenziamento di stabilimenti produttivi esistenti e dunque di interventi che riguardano aree produttive da qualificare e riconvertire. Ebbene, per tali interventi la delibera regionale non prevede affatto l’aumento degli oneri di urbanizzazione dovuti, bensì la loro diminuzione di almeno il 21 % rispetto ai valori pagati in precedenza. In media con la nuova delibera regionale si passa, per il produttivo, dagli attuali 15,42 euro a mq a 12,09 euro.
Inoltre, i Comuni hanno la possibilità di ridurre il contributo di costruzione dovuto fino all’azzeramento, nei casi in cui si intervenga qualificando aree residenziali e produttive esistenti (come nel nostro caso). Il fatto che l’amministrazione di San Felice sul Panaro, nel recepire la disciplina regionale (con la delibera del Consiglio comunale n. 55 del 19 settembre scorso) non si è avvalsa né di questa possibilità di ridurre o addirittura azzerare gli oneri dovuti, né della possibilità di ridurre la classe del comune, (che consente di diminuire del 20% gli oneri dovuti per tutti gli interventi edilizi), non è certo imputabile alla disciplina generale regionale.
In secondo luogo, è vero che una recente norma statale ha previsto il pagamento del così detto contributo straordinario, ma nell’articolo di giornale si omette di precisare che questo contributo nella nostra Regione non si paga per tutti gli interventi edilizi. La delibera regionale ha chiarito piuttosto che esso è dovuto nei rari casi in cui l’operatore ha beneficiato di una deroga agli ordinari piani urbanistici. Inoltre va ricordato che, nel calcolo delle somme eventualmente dovute, si tiene conto di tutte le spese sostenute dall’imprenditore per la realizzazione dell’intervento.
Quanto infine alle modalità di calcolo degli oneri dovuti per le strutture verticali (quali silos, magazzini verticali, ecc.) la Regione è intervenuta per stabilite, con il concorso delle amministrazioni locali e dei rappresentanti degli operatori economici, regole chiare e di uniforme applicazione, per superare il contenzioso che frequentemente si sviluppava nei Comuni, che in precedenza avevano introdotto le più disparate modalità per il calcolo delle superfici e quindi degli oneri dovuti per tali strutture atipiche.
Siamo del resto consapevoli che quest’ultima soluzione, come ogni altra norma innovativa introdotta dalla nuova disciplina regionale, scontano una prima fase di assestamento e possono aver bisogno di una messa a punto. Per questo stiamo monitorando la prima fase di applicazione della nuova disciplina sul contributo di costruzione, pronti a considerare ogni suggerimento e proposta avanzati, ma nell’ambito di una corretta informazione e applicazione delle norme regionali.

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