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Mirandola, indetto sciopero alla Haemotronic venerdì 21 febbraio

da | Feb 20, 2020 | In Primo Piano, Mirandola | 0 commenti

MIRANDOLA – Sciopero di 8 ore venerdì 21 febbraio, alla Haemotronic di Mirandola, azienda del settore biomedicale con circa 200 addetti, a sostegno del rinnovo del contratto di lavoro sottoscritto ormai oltre dieci anni fa. Lo sciopero rientra nello stato di agitazione sindacale, indetto dai sindacati di categoria Filctem Cgil e  Femca Cisl insieme alle Rsu dopo le assemblee effettuate a luglio 2019, con la proclamazione del blocco degli straordinari.

Da mesi i rappresentanti sindacali e la Rsu chiedono alla proprietà di raggiungere l’accordo per il rinnovo del contratto aziendale sulla base delle mediazioni valutate e proposte dai lavoratori in assemblea, ma l’azienda ha sostanzialmente risposto negativamente alle richieste dei sindacati, per rinnovare l’accordo collettivo.

L’ultimo incontro tra le parti, lo scorso lunedì 17 febbraio, ha infatti registrato la totale chiusura da parte dell’azienda.

“L’atteggiamento dell’azienda – sottolineano Lisa Vincenzi di Filctem Cgil Mirandola e Carlo Preti di Femca Cisl Emilia Centrale – risulta incomprensibile, anche a fronte di un aumento del fatturato che sul 2019 ha fatto segnare un +9 % rispetto all’anno precedente.

Nonostante quindi un quadro economico generale positivo, Haemotronic non accoglie le legittime richieste di sindacati e lavoratori in merito ad alcuni capitoli presentati in piattaforma e in particolare sull’aspetto economico inerente il premio di risultato”.

Per questa ragione sono state proclamate le prime 8 ore di sciopero – su un pacchetto complessivo di 40 ore approvate dall’assemblea dei lavoratori – per la giornata di venerdì 21 febbraio confermando il blocco degli straordinari, avviato già lo scorso luglio.

“Le iniziative di mobilitazione dei lavoratori – rimarcano ancora le organizzazioni sindacali – puntano a riaprire rapidamente un tavolo di trattativa che ora è di fatto chiuso per volontà unilaterale dell’azienda la quale pone come condizione l’accoglimento della loro proposta ritenuta dai lavoratori insoddisfacente”.  

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