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Dal produttore alla tavola: la lotta allo spreco alimentare è un gioco di squadra

da | Feb 5, 2020 | Mirandola, Finale Emilia, San Felice sul Panaro, Concordia, Medolla, Cavezzo, Camposanto, San Possidonio, San Prospero, Bomporto, Bastiglia, Ravarino, Nonantola, Novi, Soliera, Carpi, Altri Comuni | 0 commenti

Ridurre la quantità di cibo che diventa rifiuto coinvolgendo l’intera filiera, dal produttore al consumatore. L’Azienda USL di Modena mette nel mirino lo spreco alimentare, di cui oggi – mercoledì 5 febbraio – ricorre la Giornata nazionale, con una sensibilizzazione mirata e iniziative di collaborazione per veicolare una maggiore informazione e consapevolezza sul tema. Nel mondo infatti, oltre un terzo del cibo viene sprecato, per un valore di oltre 1.000 miliardi di dollari ogni anno (fonte FAO).

Due le fasi operative a cura del Servizio veterinario dell’Ausl. La prima si rivolge alle aziende del settore della lavorazione e distribuzione degli alimenti di origine animale, un comparto fondamentale nel tessuto economico modenese: con oltre mille tra stabilimenti di lavorazione ed esercizi commerciali per la filiera delle carni e oltre 100 tra caseifici e impianti di stagionatura, la provincia di Modena è ai primi posti a livello nazionale nella produzione di alimenti di origine animale. Numeri importanti, che fanno capire quanto sia fondamentale far partire da qui un progetto che ha come scopo principale la prevenzione dello spreco alimentare. Per raggiungere l’obiettivo è stata ideata una metodologia per progettare, sviluppare e mettere in pratica azioni di prevenzione e riduzione degli sprechi alimentari, tanto nella catena produttiva che in quella distributiva. In particolare, si punta a fornire strumenti di autocontrollo dello spreco e a sviluppare soluzioni commerciali alternative e “meno sprecone”.

“Diverse aziende alimentari hanno aderito al progetto e si sono già riscontrati i primi risultati positivi spiega il dottor Antonio Lauriola, referente del progetto –, come la donazione ad associazioni di volontariato di alimenti ritenuti non più idonei al processo tecnologico-produttivo ma ancora perfettamente integri dal punto di vista igienico-sanitario. I risultati saranno condivisi con le associazioni di categoria e i comuni, per innescare meccanismi virtuosi che riconoscano l’impegno delle aziende che aderiscono al progetto”.

La seconda fase avrà come target principale il consumatore, da raggiungere anche tramite il coinvolgimento di grande distribuzione, ristoratori e operatori del settore alimentare. Con l’obiettivo di diffondere informazioni per prevenire lo spreco alimentare ad ampio raggio, dalle mense alla grande distribuzione, fino alle nostre case. Materiali informativi per leggere correttamente le etichette, imparando a distinguere, ad esempio, tra termine medio di conservazione (TMC) e data di scadenza; riduzione e prevenzione dello spreco alimentare ma anche sicurezza alimentare domestica, perché conservare in maniera corretta i cibi è il modo migliore per ridurre la quantità che diventa rifiuto.

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