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Disabilità e lavoro, intervista a Enrica Quaglio, manager risorse umane

da | Feb 11, 2020 | Rubriche, Disabilità e diritto al lavoro | 0 commenti

Si chiama “Disabilità e lavoro” la nuova rubrica che Sul Panaro ha deciso di ospitare sulle sue pagine. La tiene l’esperta di risorse umane Francesca Monari.

Sarà uno spazio in cui parleremo di tutti i problemi connessi all’inserimento prefessionale di persone con disabilità, certificata e e non, cercando da dare tutti i punti di vista. Faremo parlare gli imprenditori per capire quali sono i profili più interessanti e se vivono l’obbligo di inserimento lavorativo come un limite o come un’opportunità. Daremo spazio ai formatori e ai responsabili delle  risorse umane, mostreremo obblighi di legge e novità normative. E naturalmente, ci saranno anche i lavoratori o aspiranti tali. Uno spazio per tutti, per capire meglio questo complesso mondo.

La seconda puntata della nostra rubrica propone l’intervista a Enrica Quaglio, direttore risorse umane di spiccata sensibilità ai temi legati all’integrazione e alla disabilità

Integrare ed includere una risorsa diversamente abile con successo si può, ce lo racconta Enrica Quaglio, operante da vent’anni nel settore delle risorse umane ed ora direttore risorse umane in un’azienda nel settore del credito con sede a Roma, da sempre attenta proprio al fattore umano e alle persone.

 

“Dottoressa Quaglio, ci risulta, che in una sua precedente esperienza, nel ruolo di Direttore del Personale di un’azienda del settore biomedicale del comparto mirandolese, lei abbia selezionato ed assunto risorse appartenenti alle categorie protette e che una di queste abbia lavorato a contatto con l’ufficio Risorse Umane, quindi al suo fianco, rivelandosi un affidabile supporto. Lei, per esempio, pare abbia costruito un “progetto” atto a valutare e a valorizzare ciò che quella risorsa era in grado di fare, è così?”

 

Un compito fondamentale di un responsabile risorse umane è quello di mettere le persone giuste al posto giusto tenendo conto, da un lato delle esigenze dell’azienda e, dall’altro, delle caratteristiche peculiari, comprese eventuali disabilità, di ogni risorsa.

In quell’azienda ho assunto diverse risorse appartenenti alle Categorie Protette, in vari reparti e quello che ho cercato di fare, è semplicemente dare ad ognuna di queste persone un motivo di felicità nello svolgere il proprio lavoro,. Un motivo che andasse al di là dello stipendio che, citando Herzberg, è soltanto un fattore “igienico ma non motivante”. D’altronde quando uno svolge volentieri il proprio lavoro lo svolge al meglio, con precisione, e l’azienda ne beneficia al massimo.

Ho gestito e inserito persone con disabilità sia negli uffici che in produzione ma non sono mai partita dal concetto “quello con disabilità sta al centralino”. Peraltro, reputo la reception un punto nevralgico dell’azienda, il primo contatto con il mondo esterno, che deve quindi essere qualificante. Da noi,alla reception c’era una risorsa a cui, visto il suo temperamento e la sua verve, ho chiesto di diventare “i miei occhi e le mie orecchie”, in particolare quando svolgevo dei colloqui le chiedevo come le erano sembrati e come si erano comportati i potenziali candidati, perchè è facile essere gentili con chi ti fa il colloquio, ma non è scontato esserlo con la reception  e devo dire che i confronti con questa risorsa, hanno sempre portato valore aggiunto ai miei ragionamenti  ai fini della selezione

 

Per quanto riguarda la persona che mi ha aiutata alle Risorse Umane, devo dire che il suo Curriculum mi aveva colpita e, in fase di colloquio, ho approfondito le sue skills relative alla parte di sviluppo del personale per cui, quando c’era necessità, le chiedevo aiuto per portare avanti lavori di HR che sapevo le piacevano, legati alla formazione e all’organizzazione della stessa, lavori svolti sempre con cura e grande precisione.

 

In entrambe i casi,ho sempre apprezzato molto il fatto che queste persone si siano prese la briga di fare qualcosa in più rispetto alla mia richiesta iniziale. Cose che non avevo chiesto ma che loro avevano capito potessero servire. Quando le persone fanno le cose perché ci mettono del loro e gli fa piacere farlo, si sentono utili e soddisfatte. E l’HR, in questo caso, può dire con soddisfazione di avere vinto!

 

“Secondo lei cosa occorre fare perchè non ci si fermi solo “all’assolvimento dell’obbligo” considerando che dietro a “quell’obbligo” c’è una persona, che se guidata e fatta sentire parte integrante dell’azienda, può diventare da un obbligo a risorsa che produce e quindi valore aggiunto?”

 

La prima cosa per me è avere chiari obiettivi ed indirizzo dell’azienda. Se si sa dove si vuole andare, si sa anche capire quali sono le caratteristiche che si ricercano nelle persone da inserire. Nella ricerca di persone appartenenti alle categorie protette quindi,  ho sempre cercato di procedere esattamente come per tutti gli altri, e cioè: hai le caratteristiche e le competenze che sono utili all’azienda? Bene, sei parte del team!  Io, per mia natura, tendo a “trattare tutti allo stesso modo”, credo di non aver mai “chiuso un occhio” perché la persona era appartenente alle categorie protette.Tutti noi possiamo e dobbiamo migliorarci,ognuno in base alle proprie potenzialità. Questa per me è inclusione.

 

“Se dovesse dare un suggerimento sul tema ai colleghi direttori del personale cosa direbbe?

 

Ho semplicemente raccontato la mia esperienza ma non mi sento di dare troppi consigli e suggerimenti ai colleghi, credo anzi di avere molto da imparare da tutti loro. L’unica cosa che mi sento di dire, è di continuare a lavorare, innanzitutto a livello direzionale, e poi a scendere, per creare una cultura aziendale fondata sulla valorizzazione delle persone. Buon lavoro a tutti!

 

 

 

PRESENTAZIONE ENRICA QUAGLIO

ENRICA QUAGLIO

Nata a Padova il 10 marzo 1972, laureata in Scienze dell’Educazione con una tesi in Educazione degli adulti dal titolo “Il rugby come strumento formativo”. Master in Coaching e specializzazione in Team Coaching. Come libera professionista, si occupa di formazione, coaching, consulenza e selezione del personale, ed è anche “esperto” della Scuola dello Sport del CONI. Negli anni ha sviluppato temi comportamentali che spaziano dalla comunicazione alla motivazione alle tecniche di vendita, ma sono i gruppi e la leadership ad appassionarla completamente. Girovaga per natura e per lavoro, ha collaborato nel tempo con numerose aziende ed enti formativi, come: Molino Stucky Hilton Hotel Venice, Mondadori, Tod’s, McArthurGlen, Villeroy&Boch, GLS Enterprise, Cà Foscari Università e Challenge School, Fondazione CUOA e molti altri. Dal 2016 ad oggi  ha prima ricoperto il ruolo di HR Manager presso azienda del settore biomedicale  ed ora è HR Director presso azienda di intermediazione creditizia con sede a Roma.

Amante di tutto lo sport che segue con passione ed interesse, ha giocato a basket (Faenza serie A1 e Lecco serie A2) e a rugby (Rovigo Serie A e Nazionale). Con la maglia della Nazionale ha collezionato 15 presenze maturate con la partecipazione a quattro coppe europee e alla Coppa del Mondo del 1998 in Olanda. Nel tempo libero legge, corre a piedi e in bici, e nuota. Tifa, nell’ordine: Rugby Rovigo, Pallacanestro Cantù e Inter, ma ha un debole dichiarato per “l’adrenalinicità” di Diego Simeone, allenatore dell’Atlético Madrid.

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