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Minacciò nomadi su Facebook, lavorerà 400 ore gratis

da | Feb 5, 2020 | Altri Comuni | 0 commenti

MODENA – Pubblicò su Facebook frasi razziste, con riferimenti a campi di concentramento e fuoco, contro una famiglia nomade di origine sinti: ora lavorerà gratis 400 ore. È quanto ha stabilito un giudice a Modena nei confronti di un 46enne residente nella città emiliana che aveva chiesto la messa alla prova al fine di evitare il processo per diffamazione aggravata dall’odio razziale. Lo riporta la stampa locale.

Le 400 ore di lavoro socialmente utile dovranno essere svolte in un ente ancora da individuare e nell’arco di nove mesi. Entro sei mesi, invece, l’uomo dovrà presentare un’offerta di risarcimento alla famiglia di origine sinti destinataria delle offese che si è costituita parte civile attraverso un 50enne nel processo penale pronto a partire. [fonte ANSA]

Questo caso è molto interessante, perché risponde a legittimi dubbi e domande: a cosa si va incontro quanto si insulta sul web? Che cosa prevede la diffamazione via internet? Il web non è, come molti pensano ancora, “terra di nessuno” dove poter sfogare rabbia e frustrazione. Il web non protegge e non scherma, e la responsabilità è la stessa del “mondo reale”: c’è da dire che la via telematica ha ampliato di molto i reati di diffamazione, fino a poco tempo fa appannaggio in via quasi esclusiva del mondo dell’informazione. Sottovalutare quello che si scrive in commenti sotto foto o status di Facebook, o l’incapacità di capire e valutare con quanta leggerezza si insulta e si offende “il prossimo” sul web può costare molto caro. Internet, pur essendo virtuale, non è un mondo a parte, bensì è integrato in quello reale: il senso di civiltà e i principi di correttezza e di educazione si devono mantenere anche quando ci si logga sui propri profili social. Soprattutto lì.

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